L’Indice

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Marsala

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venerdì 09 Novembre 2018 - 07:30

Ammetto che anch’io, l’altro giorno, ho partecipato divertita, con molta curiosità, al “Sinistrometro” proposto dal Fatto Quotidiano. In pratica la testata online diretta da Peter Gomez, ha indetto un alquanto ironico test per verificare quanto “fascismo” c’è dentro ognuno di noi. Qualcuno – soprattutto qualche elettore di sinistra – si sarà risentito, ma in verità bisognerebbe prendere il tutto con una buona dose di “l’ottimismo è il profumo della vita”. Nei giorni scorsi, ho letto un’interessante disamina di Andrea Scanzi sui tempi – soprattutto Social – che corrono. A torto o ragione, Scanzi afferma che un Salvini-Di Maio non è peggio di un Salvini-Meloni con Gasparri al posto di Fraccaro, o di un bel Patto del Nazareno (che ancora resiste, altroché) come nel migliore “Renzusconi”. E che l’avanzata fascista che si ipotizza, viste le ultime manifestazioni di piazza, non dovrebbe far così paura.

Ho pensato anch’io a questa contrapposizione: le marce fatte da chi indossa una stupida ed oltraggiosa maglietta che poi, quando finisce nel mirino, si perde nelle lacrime di un “Ma io non volevo, scherzavo… scusate” con la coda tra le gambe; dall’altro canto pesanti frasi pronunciate da chi si professa democratico di sinistra – o peggio comunista che si riconosce nel PD in quanto il meno peggio – pronunciate contro l’attuale governo con l’uso di parole come “schifo”, “meglio un ladro che un razzista”, o addirittura augurando cose ben peggiori a Conte, Di Maio e Salvini. Neanche ai tempi di Berlusconi, che a confronto oggi sembrano tutti pivelli, giravano parole così forti. E le parole, si sa, hanno un peso, oggi, molto gravoso. Credo che il mood “Tizio è meno peggio di Caio” sia la cosa più sbagliata da dire e pensare.

Io quel Sinistrometro, come ho già detto, l’ho fatto. Tra le oltre 60 frasi da scegliere, tutte realmente pronunciate qua e là nei Social Network, ho preferito “Libertà è partecipazione”. Troppo semplice? Motto vecchio? Fatto sta che in me c’è l’1,5% di fascismo, per FQ sono un “Misero Toninelli”. Recentemente Gaber ritorna spesso. Negli anni del rinnovamento del Paese, dal dopoguerra fino agli anni ’70, gli intellettuali, gli artisti, i musicisti, sentivano sulla loro pelle tutto il cambiamento storico, politico, culturale dell’Italia e dell’Occidente. Gaber, Pasolini, Tenco, De Andrè, anche Paolo Villaggio erano “esponenti” di un malessere che li divorava dentro e che esprimevano a parole o con altre forme artistiche. Per Pasolini “… quell’omologazione che il fascimo non è riuscito a ottenere, lo riesce ad ottenere perfettamente il potere di oggi, ovvero la società dei consumi”. “Liberta è partecipazione” dicevo.

La libertà di esprimersi, di condividere, di sentirsi parte integrante di una collettività, di agire però, nell’ambito di regole circoscritte importanti per regolare una comunità che al contrario non avrebbe limiti alla bruttezza. Libertà è un valore assoluto in un contesto relativo, dove tutti dobbiamo partecipare attivamente. Questa è o dovrebbe essere la democrazia, il principio alla base di una società civile. Da Michelangelo a Leonardo Da Vinci, il dito indice è sempre stato sinonimo di saggenza, di razionalità secondo alcuni, di ribellione ed indignazione secondo altri studiosi. L’indice va alzato per dissentire e per mostrarsi… non per inveire su una tastiera e dietro un monitor (quello, evidentemente, è il medio).

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