“Ordinariamente la gioia è accompagnata dal senso dell’umorismo, così evidente, ad esempio, in san Tommaso Moro, in san Vincenzo De Paoli o in san Filippo Neri. Il malumore non è un segno di santità”. Questa affermazione, che noi condividiamo nella parte, non so se ci capite, laica, è di papa Francesco espressa in occasione di un suo intervento sulla santità. Si trattava di una esortazione apostolica e noi, che non abbiamo alcun titolo, non entreremo nel merito di quella parte che arriva a paragonare i santi a persone gaudenti. Se non temessimo di passare per blasfemi aggiungeremmo che questa affermazione dal soglio di Pietro arriva proprio nella settimana in cui il papà eleva alla santità Paolo VI, che tutto era (o sembrava?) meno che un mattacchione. Comunque abbiamo pensato a quanto letto sulle affermazioni papali quando ieri abbiamo visto, mercoledì sera, la faccia del vice premier Luigi Di Maio raccontare da Bruno Vespa il fatto che nel decreto sul riciclaggio qualcuno (c’è già stata qualche manina nella storia d’Italia) ha modificato una parte importante. Fatto gravissimo ma Di Maio con Vespa al seguito, l’hanno raccontato senza alcun accenno di sorriso sulle labbra. Direte voi che c’è da ridere su questa vicenda? Forse nulla, allora il Papa ha torto. Certo che a ripensare al vescovo Romero che muore sull’altare denunciando i narcos c’è davvero poco da stare allegri. Ma la politica italiana scambia spessissimo la serietà con l’atteggiamento triste e cupo. Qui non ride più nessuno. Sorridono in pochi per non parlare di autoironia. Si prendono tutti sul serio. Nel nostro piccolo basta frequentare le riunioni del Consiglio comunale di Marsala. Mai una battuta, volti sempre accigliati persino quando si parla di una buca nella strada. Una volta le riunioni a Sala delle Lapide erano uno spasso. Magari rubavano, non tutti e non sempre, ma lo facevano in maniera gaudente. Ad uno dei personaggi più discussi delle Prima Repubblica Giulio Andreotti, una volta in seguito a non ricordiamo quale scandalo, un giornalista chiese: “Onorevole si dice che lei abbia degli scheletri nell’armadio”. Il più volte presidente del consiglio rispose: “Nel mio armadio c’è soltanto l’abito da sera e il mio cappotto…”. Una risata ci seppellirà tutti: adesso lo sanno anche in Vaticano.
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