Due pescherecci di Mazara sequestrati da motovedette libiche: ore di ansia

redazione

Due pescherecci di Mazara sequestrati da motovedette libiche: ore di ansia

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mercoledì 10 Ottobre 2018 - 14:09

ore 15.45:  “Siamo in stretto contatto con la Farnesina ed il Governo Regionale, fiduciosi che la vicenda possa essere risolta nel breve tempo possibile”. Questo è quanto dichiarato dal Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Nino Carlino, appena la notizia, attraverso il Comando della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, del fermo di due pescherecci mazaresi in Libia.

Il sequestro sarebbe avvenuto a circa 30 miglia dalla costa libica, all’interno della cosiddetta ZEE (Zona Economica Esclusiva) che la Libia dal 2005 ha stabilito unilateralmente estendendo di fatto le proprie acque nazionali 62 miglia oltre le 12 convenzionali. I militari a bordo della motovedetta libica avrebbero fermato i due motopesca sparando colpi di mitra che non avrebbero colpito nessuno degli uomini di equipaggio. I militari avrebbero ordinato ai due comandanti di seguire la motovedetta fino al porto Ras Al Hilal, a est di Derna . Gli stessi militari libici appena arrivati in porto avrebbero rassicurato i comandanti sul possibile rilascio dei due motopesca non appena quantificata la sanzione per l’attività svolta all’interno della ZEE. I membri dei due equipaggi stanno bene.

“Abbiamo seguito –ha sottolineato il Presidente Carlino- fin dalle prime ore la vicenda. Risulta fondamentale l’intervento, per conto del Governo regionale, da parte dell’Assessore alle Attività Produttive, On. Girolamo Turano, che si è messo subito in contatto con l’Ambasciatore Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese–MAECI, che proprio nei giorni scorsi è stato a Mazara del Vallo in occasione della VII edizione di Blue Sea Land. Ci auguriamo e siamo fiduciosi, confidando nelle Istituzioni nazionale e regionali –ha concluso Carlino- che rapidamente questa ennesima crisi venga risolta”.

ore 15.30: Agripesca e Toni Scilla intervengono sul sequestro dei pescherecci mazaresi con questa nota: “Siamo ancora costretti ad assistere al sequestro di natanti ed equipaggi che con la violenza, minacciati anche dall’uso delle armi, sono costretti ad interrompere la loro attività lavorativa svolta lontano dalle proprie famiglie e in condizioni di grandi difficoltà oggettive. Tutto questo è davvero intollerabile. Si è superato ogni limite, serve ripristinare una corretta gestione dell’attività di pesca nel Mediterraneo a tutela dei pescatori siciliani. Servono meno passerelle e incontri conviviali, sono necessari invece più competenza, più conoscenza, più amore verso un settore strategico e di grande rilevanza socio economico quale è la pesca. Chiediamo l’intervento delle Autorità Diplomatiche Italiane affinché si attivino per l’immediato rilascio dei motopesca e dei loro equipaggi”.


Due pescherecci della marineria di Mazara del Vallo sono stati sequestrati nella tarda serata di ieri da motovedette libiche. Ne dà notizia il sindaco Nicola Cristaldi. Si tratta dell’Afrodite Pesca con 6 uomini a bordo e del Matteo Marrarino, con sette uomini. Afrodite Pesca, comandata da Vincenzo Pellegrino, è una barca di 140 tonnellate di proprietà dell’omonima società dei fratelli Pellegrino; il Matteo Mazzarino invece, guidato dal comandante Alberto Figuccia, è della Mcv Pesca dell’armatore Vincenzo Asaro.

Il sequestro sarebbe avvenuto a circa 29 miglia dalla costa libica di Derna. “La vedetta avrebbe cominciato a sparare senzaalcun preavviso – dice Cristaldi – provocando danni alla cabina e alle attrezzature della Afrodite. Non ci sono feriti e gli equipaggi non risultano agli arresti. I militari libici, saliti a bordo dei due natanti, hanno intimato ai comandanti di intraprendere la navigazione verso la costa libica. I due pescherecci sono giunti in nottata al porto Ras Al Hilal. Il sequestro è avvenuto in acque che illegittimamente ed unilateralmente la Libia considera proprie. Non possiamo accettare comportamenti di violenza da parte di Paesi rivieraschi che minacciano di intaccare la vocazione della cultura dell’accoglienza e del rispetto della nostra città. Sono certo che le Autorità diplomatiche italiane interverranno con urgenza”. L’episodio fa tornare in mente il sequestro della Daniela L. avvenuto 6 anni fa.

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