All’attuale Governo dell’asse 5 Stelle-Salvini, va dato atto quantomeno di aver fatto ritornare – seppur ancora in maniera felpata – gli scioperi in Piazza. Non è che prima, bisogna dire il vero, non ci fossero dei venti di proteste. Solo che, dal 2001 ad oggi, con la fine della concertazione sociale e del dialogo tra le parti, l’odore di scioperi di massa in lungo e largo per l’Italia non era così forte e con presenze spesso davvero ridicole. Gli studenti scenderanno in strada il 12 ottobre. Tra i motivi gli elevati costi dei percorsi di studi, lo sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro, la scarsa sicurezza negli edifici scolastici. Prima di loro, a settembre e in coincidenza dell’avvio del nuovo anno, erano scesi in piazza anche docenti e personale scolastico, questi per gli stipendi bassi, i più bassi dell’area Ocse – 10mila euro sotto la media dell’Unione Europea -, la trasformazione delle graduatorie permanenti in esaurimento, i problemi inerenti alla stabilizzazione dei precari del comparto Scuola.
Da Roma e Venezia partono invece le manifestazioni di Cgil, Cisl e Uil che coinvolgono il settore medico a diversi livelli. Le motivazioni, in questo caso, sono da ricercare nel rinnovo del contratto dei medici dirigenti del Sistema sanitario nazionale scaduto già dal 2010 e che si trova al centro di una contesa tra sindacati e Governo. “Autunno caldo” anche per il personale Ryanair, compagnia aerea irlandese, che ha già iniziato in Italia e in altri paesi il periodo degli scioperi con conseguenti cancellazioni di voli. I piloti chiedono un contratto di lavoro collettivo, tant’è che in merito è intervenuta la Commissione Europea Affari Sociali che ha sollecitato il vettore al rispetto della legislazione che prevede l’applicazione del diritto del Paese dove risiede il dipendente. Ma a rischio, di contro, è il low cost per i passeggieri con ulteriori disagi. Ottobre è un mese di grandi scioperi e malcontenti per il trasporto ferroviario. Già iniziati, procederanno fino a novembre per Trenitalia, Trenord e Italo. I sindacati chiedono per i dipendenti aumenti di salario e pensioni, la cancellazione della Riforma Fornero ed altri diritti sacro santi. Il comparto trasporti – quindi non solo treni ma anche collegamenti marittimi, autobus e aerei – si fermeranno per uno sciopero generale il 25 e 26 ottobre. E pensare che avrebbero dovuto scendere in piazza già da diversi anni. Non solo contro la Riforma Fornero ma anche contro una caotica riforma della scuola.