Il Tribunale Ordinario di Marsala, Sezione Civile, in composizione monocratica, ha accolto l’opposizione del Comune di Petrosino nei confronti del decreto ingiuntivo 757/15 riguardante il contenzioso tra l’amministrazione guidata dal sindaco Gaspare Giacalone e la Sole Società Cooperativa Sociale onlus, recentemente balzata agli onori delle cronache in seguito all’operazione “Brother” che ha coinvolto il deputato regionale alcamese Norino Fratello, considerato un vero e proprio ras nel mondo della cooperazione sociale trapanese. Per effetto di ciò, oltre la revoca del decreto ingiuntivo sono state dichiarate inammissibili le ulteriori domande proposte dalla parte opposta e la Sole Società Cooperativa Sociale onlus dovrà inoltre pagare le spese giudiziarie.
Soddisfatto per la sentenza il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone, che così la ricostruisce sulla sua pagina facebook: “Qualche anno fa vennero a trovarmi dei rappresentanti della Cooperativa Sole per informarmi che avevano preso in affitto dei locali a Petrosino per ospitare minori immigrati e che poi avrebbero chiesto al Comune di pagare la bellezza di oltre 70 euro al giorno per ognuno dei loro ospiti. Così, con prepotenza: senza limiti e senza alcun controllo da parte nostra. Risposi immediatamente che loro potevano decidere di fare quello che volevano ma il Comune non avrebbe mai pagato un centesimo. Dopo qualche anno abbiamo scoperto che questa cooperativa era legata a Norino Fratello, ex parlamentare della Regione Sicilia e recentemente arrestato proprio per i suoi traffici irregolari con il business degli immigrati. Ma oltre a lui c’erano anche Michele Licata (immancabile!) ed il suo consuocero Cordaro, oggi consigliere comunale a Marsala. Presentarono una fattura di oltre 180 mila euro al Comune di Petrosino e noi ci siamo opposti con tutte le nostre energie perché sapevamo che non c’era niente di regolare in quella pretesa. Ieri il Tribunale di Marsala ha dato ragione a noi. E non solo non riceveranno un bel niente ma sono stati pure condannati a pagare circa 20 mila euro tra spese legali e interessi di mora. Questa storia serva a tutti per capire che sui servizi sociali non si scherza e non permetteremo mai di speculare su immigrati, bambini, disabili e chiunque abbia bisogno di aiuto. Dobbiamo stare con gli occhi aperti, controllare, leggere sempre tutti i documenti e seguire che le procedure siano rispettate minuziosamente. Altrimenti facciamo danni, danni grossi a chi ha bisogno e a tutta la comunità”.