Ha scelto una cerimonia ufficiale, nel segno del ricordo di tre servitori dello Stato uccisi dalla mafia, per tornare a svelare il proprio viso. E’ di fatto cominciata questa settimana una nuova vita per Piera Aiello, da affrontare finalmente a volto scoperto. Dal 1991 fino alla campagna elettorale dello scorso 4 marzo, che l’ha vista candidata ed eletta con il Movimento 5 Stelle, la Aiello aveva dovuto sottostare alle rigide regole del programma di protezione, acquisendo una nuova identità e trasferendosi in una località segreta. Una necessità legata al suo status di testimone di giustizia, che la accompagna da 27 anni. Piera Aiello, però, sapeva bene che da parlamentare le cose sarebbero cambiate e a tre mesi dalle elezioni, si è presentata da rappresentante delle istituzioni nei giorni scorsi a Valderice, per la commemorazione del capitano Mario D’Aleo, dell’appuntato Giuseppe Bommarito e del carabiniere scelto Piero Morici, concedendosi, dopo tanto tempo, agli scatti dei fotografi.
Com’è maturato questo passaggio della sua vita?
E’ stata una novita quasi forzata, resa doverosa dal ruolo che rivesto. A me non piace la notorietà, non mi piacciono i fari puntati addosso, preferisco lavorare in tranquillità. Preso atto che non si poteva più fare, per questo primo passo ho scelto la terra di Sicilia e una cerimonia dei carabinieri, a cui sono riconoscente per quello che hanno fatto per me in tanti anni.
E’ una decisione concordata con il servizio di protezione?
Appena sono entrata alla Camera dei Deputati il servizio di protezione mi ha detto chiaramente che ero già fuoriuscita dal programma. Naturalmente è aumentato il livello di tutela nei miei confronti, in quanto è aumentata la mia esposizione pubblica.
Per quanto riguarda una riforma della legge sui testimoni di giustizia, sta già lavorando a una proposta da presentare in Commissione giustizia?
Sono andata a prendere tutte e tre le leggi che parlano di noi. Proporrò dei cambiamenti. Ci sono tante cose che chi fa queste leggi non sa. Non basta che ci vengano a chiamare per parlare davanti alla Commissione Antimafia. Serve altro. Quando metterò in campo ciò di cui hanno bisogno i testimoni di giustizia, si capirà cosa non andava bene prima.
Come sono stati questi primi mesi in Parlamento? Dall’esterno l’attenzione è stata naturalmente tutta rivolta alla nascita del nuovo governo…
E’ stato un parto cesareo plurigemellare. Sembrava che non ci fosse la volontà di far nascere un governo con il Movimento 5 Stelle.
Le piace questo governo con la Lega?
Non molto. Non credo nelle alleanze. Se tu ti proponi come singolo partito la gente ti vota perchè crede in te. Purtroppo la legge elettorale è quella che è e l’unico partito che aveva idee simili alle nostre era la Lega. Va chiarito, però, che non si tratta di un’alleanza, ma di un contratto di governo, in cui ognuno deve attenersi a quello che c’è scritto. Poi, magari, potranno essere aggiunte altre cose. Mi rendo conto che ci sono tante aspettative, ma non potremo risolvere tutto in cinque anni.
Come si sente in questa sua nuova vita a volto scoperto?
Molto fortificata. Prima avevo più timore, adesso non più.
(foto di Enrico Alagna)
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