In occasione della presentazione del suo libro “I popoli del grande verde”, abbiamo incontrato a Marsala l’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa. E’ stata l’occasione per chiedergli notizie sul suo impegno in direzione del rilancio del settore in Sicilia.
Professore, l’arrivo di un tecnico del suo livello alla guida di un assessorato chiave per il rilancio anche economico della nostra terra, potrà essere utile?
“Non mi riferisco alla mia persona quanto ad un team di tecnici che lavora in regione e che ha vasta competenza. Purtroppo il patrimonio di esperienze che abbiamo accumulato negli anni, rischia seriamente di perdersi per… mancanza di eredi”.
A cosa si riferisce in particolare?
“Io parlo per il mio settore, ma so che è così anche in altri importanti comparti. Il blocco delle assunzioni, a causa di una legge nazionale ha portato ad un quadro di dipendenti prossimi alla pensione, e non sono sostituibili”
Eppure la Regione Sicilia è “accusata” di avere un numero importante di dipendenti.
“E’ vero. La maggior parte provengono da assunzioni operate a causa di fallimenti di società o Enti collegati. Nessuno però ha la competenza necessaria per essere inserito nell’organico dei Beni culturali”.
Allora che si fa?
“Il presidente Nello Musumeci non appena sarà formato il nuovo governo nazionale, chiederà un incontro con i vertici del corrispondente ministero per cercare di fare comprendere che i beni culturali sono fortemente legati al turismo e quindi all’economia della nostra regione. Speriamo di trovare interlocutori sensibili”.
Intanto però i siti archeologici siciliani vivono in uno stato di abbandono, se non di degrado. E per pulire non occorrono certo dei tecnici specializzati. Lei avrà visto in che stato si trova il parco archeologico della città di Marsala.
“Per quanto attiene alla scerbatura del sito liltybetano nei prossimi giorni sarà il personale dipendente dall’Esa a pulire l’area e a renderla fruibile per i marsalesi e soprattutto per i turisti”.
Ma come può accadere dalle nostre parti che l’ordinario si trasformi in straordinario?
“In questo caso non si tratta di mancanza di fondi ma di burocrazia e di politica. Mi spiego meglio. Se il Bilancio della regione fosse stato approvato in tempi normali, ovvero nel dicembre dell’anno precedente, ora ogni settore avrebbe già utilizzato le somme destinategli. E nel nostro caso i parchi sarebbero stati puliti per tempo. Invece il bilancio viene approvato dall’ Ars con mesi di ritardo e di conseguenza tutto avviene rinviato”.
E intanto l’erba cresce… L’altro aspetto fondamentale è il recupero delle antiche vestigia su cui intervenire. Niente soldi è il ritornello che sposa anche lei?
“Non si nuota nell’oro questo è certo. Ma nel settore Beni Culturali e mi riferisco anche alla Madonna della Grotta di Marsala, i finanziamenti per il recupero possono arrivare dall’Europa. Ma occorre proporre progetti seri e motivati. I territori devono lavorare in sinergia con la Regione per perorare a Bruxelles le istanze che si richiedono”.