Processo Mirarchi: spunta un collaboratore di giustizia

redazione

Processo Mirarchi: spunta un collaboratore di giustizia

Condividi su:

lunedì 21 Maggio 2018 - 18:16

Verrà ascoltato nel corso della prossima udienza. Il giudice accoglie alcune richieste di accertamenti della difesa

E’ stata caratterizzata da una serie di richieste di accertamenti da parte della difesa l’udienza odierna del processo riguardante l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi. L’avvocato Genny Pisciotta, per conto dell’imputato Nicolò Girgenti, ha depositato agli atti alcune dichiarazioni di un collaboratore di giustizia rese nell’ambito del processo d’appello per coltivazione di droga che vede coinvolti, oltre allo stesso Girgenti, anche Fabrizio Messina Denaro, Francesco D’Arrigo e Francesco Lojacono. Il suddetto collaboratore, facente parte della famiglia D’Arrigo-Lojacono, ha recentemente rilevato interessanti retroscena inerenti l’organizzazione per la coltivazione di stupefacenti e i soggetti facente capo alla stessa. Alla luce di ciò, la difesa ha chiesto l’audizione del suddetto collaboratore di giustizia anche nell’ambito del processo Mirarchi. L’istanza è stata accolta e lo stesso verrà interrogato nell’udienza in programma il prossimo 11 giugno. Nel frattempo, la difesa ha chiesto anche il controllo dei dvr delle telecamere installate presso l’abitazione del signor Toro. Eventuali frammenti potrebbero consentire di appurare se Girgenti è passato da lì per andare sul luogo del delitto (come lo stesso afferma) dopo la sparatoria. Tale richiesta, nonostante l’opposizione del pubblico ministero, è stata approvata dal giudice Piero Grillo, così come quella riguardante l’esame della pistola dell’appuntato Cammarata, con l’obiettivo di confrontare le striature del proiettile che ha colpito mortalmente Mirarchi con quelle riferibili all’arma del collega che era al suo fianco durante la sparatoria. Infine, il giudice ha ritenuto ammissibile anche la richiesta di controllo delle utenze telefoniche di Girgenti per verificare se, attraverso la geolocalizzazione, è possibile capire dove si trovava al momento del delitto. Al contempo, il giudice ha chiesto che tale accertamento venga effettuato anche sulle utenze telefoniche di altri soggetti che sono stati sentiti nel corso del procedimento. Consumati questi passaggi, verosimilmente il processo si avvierà a conclusione.

Condividi su: