Padre Giuseppe Ponte, arciprete di Marsala, da anni impegnato nel sociale. Lo incontriamo alla chiesa madre in un venerdì molto particolare, quello che precede la Santa Pasqua.
Padre Ponte cosa rappresenta la settimana santa per la comunità religiosa lilybetana?
“Non solo per Marsala naturalmente, ma si tratta di uno dei momenti religiosi più intensi dell’anno. Tutto il dolore patito da nostro Signore viene compensato con la resurrezione. Sono state tre ore di sofferenza in attesa della morte e poi della resurrezione che è simbolo di rinascita”
Oggi il mondo e la comunità marsalese sono in attesa di risoluzione di problemi più attuali…
“Ed uno di questi è la pace foriera di serenità. Secondo le sacre scritture all’atto della resurrezione Gesù le prime parole che ha pronunciato è stata “la pace sia con voi”. Ecco l’attualità dell’insegnamento di Cristo dopo oltre duemila anni dalla sua venuta in terra. Spetta a noi coglierne il significato profondo e trasformarci tutti in operatori di pace”.
Nella comunità marsalese sono presenti ormai diversi credi religiosi. Che rapporti ha la chiesa cattolica locale con loro?
“Abbiamo un rapporto ottimo con tutti quanti sono nel territorio. I rumeni che sono aumentati di numero negli ultimi anni sono ortodossi, ma frequentano la nostra collettività e le nostre funzioni religiose. Con le altre confessioni ortodosse e con i valdesi abbiamo degli incontri di preghiera comune mensilmente. Con i cittadini di religione musulmana collaboriamo nelle iniziative di beneficenza della Caritas”.
A proposito di iniziative comuni, con i giovani: qual è il loro rapporto della chiesa marsalese?
“I giovani sono il futuro dell’umanità. Oggi sono culturalmente più preparati, ne incontro diversi che hanno idee di innovazione. Sono pieni di progetti e cercano la forza per metterli in atto. A volte però accade che si tengano tutto dentro e della loro voglia di cambiamento rimane soltanto la voglia di fare. La chiesa in questo senso è in ritardo. Non riusciamo a tirare fuori il loro meglio. Gesù disse lasciate che i giovani vengano a me, proprio perché riversava in loro grande fiducia”.
Con le istituzioni presenti nel territorio: qual è il rapporto dei vertici locali della chiesa per esempio con l’amministrazione comunale e la politica in genere?
“Con l’Amministrazione attuale collaboriamo, anche perché se segnaliamo un problema registriamo una certa solerzia nel cercare di risolverlo. E la politica in generale che mi lascia un po’ perplesso. Sento di divisioni in Consiglio comunale e tra i consiglieri e l’amministrazione. Si registrano perdite di tempo perché spesso prevalgono logiche di parte piuttosto che gli interessi della collettività. Invito tutti alla collaborazione per il bene comune”.
Questo è l’anno in cui la comunità marsalese ricorda i 500 anni della Madonna della Cava. Sono previste diverse iniziative nel corso dell’anno. Come procedono?
“Ogni realtà marsalese è impegnata nelle sue iniziative religiose, non possiamo però dimenticare l’importante scadenza. Lo scorso mese io stesso ho portato la preziosa statuetta nelle case degli ammalati. E’ stato un momento toccante che contiamo di ripetere”.
La comunità cattolica marsalese è stata “scossa” nei giorni scorsi dalla notizia che un sacerdote, già parroco della chiesa di san Matteo Jean Paul Barro molto conosciuto in città, ha lasciato l’abito talare perché si è innamorato di una ex catechista. Non si tratta di una novità in senso assoluto, tuttavia quando accade in una comunità è inevitabile che se ne parli.
“Rispetto la scelta di chi ha lasciato il suo ministero. Tuttavia non la condivido”.