Il movimento No Muos torna in piazza a Niscemi

redazione

Il movimento No Muos torna in piazza a Niscemi

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venerdì 30 Marzo 2018 - 17:38

Sabato 31 marzo il movimento No Muos torna in piazza, a Niscemi, a distanza di 5 anni dalla grande manifestazione di marzo 2013 quando 15.000 persone, convinte e decise, invasero contrada Ulmo e circondarono la base della marina USA. “Oggi manteniamo quella fermezza e pensiamo che sia ancora il tempo di lottare”, scrive il comitato promotore.

Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Sarà utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni allocati a Sigonella.

Queste le ragioni della mobilitazione del movimento No Muos, che riunisce tutti i comitati territoriali sorti in questi anni per contrastare l’impianto di Niscemi e, più in generale, per opporsi alla militarizzazione del territorio siciliano. Queste le motivazioni della mobilitazione:
“le antenne e le parabole della morte sono ancora in funzione e continuano ad emanare radiazioni elettromagnetiche nocive, mettendo in pericolo la salute di tutto il popolo siciliano; il nostro territorio da Sigonella a Niscemi, passando per il porto di Augusta, è diventato un’immensa base militare. Questo inconsciamente ci rende succubi di un sistema guerrafondaio, che ci rende primo bersaglio militare in caso di conflitto e impedisce la valorizzazione della vocazione naturale del nostro territorio, basata sul turismo e l’agricoltura; i governi che si susseguono continuano ad aumentare le spese militari e a ridurre la spesa sociale: l’Italia spende ogni giorno 68 milioni di euro in militarismo. Soldi su soldi buttati su armi, aerei e navi da guerra, missili, quando poi mancano i servizi necessari alla popolazione, mancano gli ospedali, le scuole crollano, le pensioni sono al minimo e molti non hanno un tetto sopra la testa. Non è vero quindi che mancano i soldi. Bisogna solo aumentare la spesa sociale tagliando quella militare”.
“Ma crediamo – si legge ancora nella nota di presentazione dell’iniziativa – che sia ancora giusto e sensato lottare affinché vinca la forza della ragione di fronte alla follia della forza militare. Siamo nel giusto. Sin dal primo presidio, dalla prima manifestazione diciamo che il MUOS è abusivo. Lo gridiamo da anni nelle strade, e lo ribadiamo all’interno dei tribunali, come accadrà questo 5 Aprile quando a Caltagirone si svolgerà il processo per abusivismo, per 4 dei 7 imputati, accusati di aver edificato l’impianto del MUOS senza autorizzazioni”.

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