Sono circa 1500 le firme finora raccolte a Marsala per l’attivazione del servizio di oncologia presso l’ospedale “Paolo Borsellino”. L’iniziativa è stata promossa e sottoscritta nei giorni scorsi dalle locali sezioni dell’Andos e del Cif, dal Centro Antiviolenza “La casa di Venere”, da “Marsala Smile onlus – Prevenzione Oncologica” e dal sindaco Alberto Di Girolamo. “In considerazione del bacino di utenza del nostro Distretto Socio Sanitario (Marsala – Petrosino) di circa centomila abitanti, dove non esiste un servizio di chemioterapia sul territorio – si legge nel testo della raccolta firme – considerata la particolare fragilità del malato oncologico e delle sue enormi esigenze, si chiede che presso l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala venga attivato il servizio di oncologia”. La richiesta è indirizzata all’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza e al direttore generale dell’Asp Giovanni Bavetta. “Fino a un paio d’anni fa Marsala aveva un ambulatorio di oncologia. Poi è scaduto il contratto ed è stato chiuso”, ricorda Rosalba Catalano dell’Andos, alle spalle un passato recente di paziente oncologica, costretta ad affrontare dodici ciclio di chemioterapia a Palermo e un complesso intervento a Milano, da cui è uscita viva per miracolo. La sua storia è purtroppo simile a quella di tanti altri marsalesi, non tutti in condizione – per ragioni diverse – di affrontare faticosi e dispendiosi “viaggi della speranza” per curarsi. A dare retta ai dati, pare che le percentuali non sarebbero allarmanti per la comunità lilybetana, anche se in realtà si tratta di numeri che forse non fotografano in maniera adeguata la situazione esistente. “I registi dei tumori ci sono – sottolinea Rosalba Catalano – ma non sono del tutto attendibili, perchè non tengono conto dei numerosi pazienti che vanno a curarsi fuori. Si dimentica, inoltre, che Marsala non è Milano: non c’è lo smog di una città dell’hinterland lombardo, eppure c’è una forte incidenza di tumori al seno e alla prostata o di leucemia giovanile: evidentemente qualcosa non va. Se andassimo in fondo, potremmo scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora, a proposito dell’acqua, dei pesticidi o delle cave. Per com’è il nostro territorio, dovremmo vivere in Paradiso: invece siamo all’Inferno e non ce ne accorgiamo”. Proprio per questo, i promotori contano su una massiccia adesione della comunità all’iniziativa, che prevede a breve anche il lancio di una petizione on line. “Cinquemila firme sarebbe già un bel risultato – auspica Rosalba Catalano – ma quel che conta di più è presentarci uniti a Palermo e battere i pugni per quest’obiettivo. Speriamo che Nello Musumeci ci ascolti”. Chi vuole, può aderire alla raccolta recandosi a firmare presso le sedi di Medica.it, Andos, Cif o Casa di Venere.