Se escludiamo le eventuali “battaglie” per occupare poltrone e cariche (cosa che peraltro in linea di massima non sono da escludere), noi non siamo riusciti a capire che sta succedendo all’interno del Partito Democratico di Marsala. Non vorremmo tediarvi: ma riepiloghiamo. Dopo anni di “magra”, grazie anche ad un trend nazionale il più grande partito della sinistra italiana nella città lilybetana, è riuscito a lievitare in consensi elettorali. Alle amministrative sono arrivate le vittorie del centro sinistra con al candidatura di Giulia Adamo, dove è bene ricordare che il vice sindaco era l’attuale capogruppo del Pd, poi il riconoscimento regionale con la “nomina” nel listino di un’esponente marsalese (Antonella Milazzo è diventata onorevole), e le diverse migliaia di consensi alle varie competizioni (anche se in tema di preferenze i voti sono stati indirizzati spesso verso candidati di altri comuni). Infine il Pd, con un risultato quasi plebiscitario, ha portato il suo segretario d’allora, Alberto Di Girolamo, alla elezione a sindaco e alla nascita di un gruppo consiliare tra i più numerosi della storia recente di Palazzo VII Aprile. Tutto fatto apposta per dormire sonni (politici si capisce) tranquilli. E invece polemiche a mai finire. Il gruppo e il partito, che ne frattempo aveva cambiato segretario, a rimproverare al sindaco e alla giunta, che era diventata un specie di monocolore, la mancanza di dialogo. In Aula, noi che ne seguiamo sempre i lavori…, sono state più le critiche che sono arrivate all’amministrazione dal suo partito di riferimento che quelle che sono giunte dell’opposizione. E quindi: strade rotte, luci spente, semafori non funzionanti, città sporca e via così criticando. Poi è arrivato il risultato elettorale disastroso dello scorso 4 marzo. Riunioni degli organismi e richiesta di ritiro degli assessori Pd dalla giunta (un po’ di coraggio e si poteva arrivare anche a chiedere le dimissioni del sindaco). Dalle prime impressioni che se ne sono ricavate è sembrato di capire che il gruppo dirigente sta dalla parte del sindaco e infatti sono arrivate prese di distanza e dimissioni quasi in massa del gruppo dirigente. ( Ci sarebbe da affrontare il tema relativo alla mancata concessione delle tessera a Sturiano ed ai suoi. Ma ci ritorneremo in un prossimo editoriale). Non comprendendo di chi sia la maggiore responsabilità (perché è certo che di responsabilità si deve parlare) qualunquisticamente ci chiediamo: tutto questo c’entra con i problemi dei marsalesi? E così, invece di riflettere quelli del Pd, una volta tanto hanno riflettuto i cittadini elettori e il risultato delle urne si è visto.
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