Sono stati tre medici i principali protagonisti dell’udienza odierna del processo Mirarchi, che vede imputato con l’accusa di omicidio l’agricoltore marsalese Nicolò Girgenti.
Davanti al giudice Piero Grillo è stata sentita la dottoressa Maria Muzio, in servizio presso il reparto di chirurgia generale all’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, dove il maresciallo Mirarchi è stato operato nell’immediatezza della sparatoria in cui è stato ferito mortalmente il 31 maggio del 2016. Un intervento che ha comportato l’estrazione del proiettile che si trovava all’interno del corpo del militare ma che non ha fermato l’emorragia all’aorta. A seguire sono stati sentiti i dottori La Barbera e Talarico, in servizio presso il reparto di chirurgia vascolare del Civico di Palermo. I due professionisti hanno descritto le condizioni in cui Mirarchi si trovava non appena giunto nel capoluogo, sottolineando che c’era anche una seconda lesione aortica che non era stata riscontrata a Marsala. A nulla, purtroppo, è servito il disperato tentativo di salvargli la vita da parte dei medici palermitani e – com’è noto – il vicecomandante della stazione di Ciavolo è deceduto durante l’interveto.
Nel corso dell’udienza sono stati sentiti anche due vicini, che hanno aggiunto poco rispetto alle informazioni fin qui emerse sul caso. Sono state inoltre rese note le risultanze, a suo tempo sollecitate dal giudice Grillo, degli esami dattilografici da cui è emersa la corrispondenza delle impronte digitali rinvenute sul portellone della serra e sulla lattina di una bibita con quelle di Francesco D’Arrigo e Francesco Loiacono. “Questo dato – afferma l’avvocato Genny Pisciotta, legale di Girgenti – rafforza la nostra tesi che i responsabili della serra erano D’Arrigo e Loiacono e va in direzione di quanto affermato dal mio assistito, che dice di non esservisi più recato dal precedente mese di marzo”. Un aspetto, quest’ultimo, che a parere della difesa potrebbe incidere anche sul processo d’appello che vede Girgenti imputato per concorso in coltivazione di droga e che in primo grado si era concluso con le condanne dello stesso agricoltore marsalese, di Fabrizio Messina Denaro e Francesco D’Arrigo.
All’odierna udienza ha presenziato anche l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile della famiglia Mirarchi. Il processo riprenderà tra circa un mese, con l’escussione dei consulenti tecnici della difesa, Guccia e Licari, e dei consulenti balistici.