“Butac, Bufale un tanto al chilo” è una divertente pagina dove poter trovare le cosiddette “fake”, ovvero le notizie false che girano sul web. Da fantomatiche diete post-parto, a cibi sani o meno, da mostri marini mai esistiti, fino a tematiche più serie quali i vaccini e l’omeopatia per curare le malattie dermatologiche, il 2017 è stato un anno ricco di “falsi d’autore” che continua a mietere “vittime”. Ultimamente non si riesce più a distinguere una notizia vera da una falsa, in molti cadono spesso in una trappola di ignoranza. Non è difficile cascarci, va ammesso. Ma sarebbe opportuno adottare le adeguate cautele per non fare delle brutte figure. Spesso la foga di scrivere un accanimento, è il motivo prescelto dal dito più veloce in fatto di bufale, che non fanno caso ad un articolo scritto dal Fatto QuotidAino, piuttosto che dal Fatto Quotidiano.
Bisognerebbe seguire delle regole, una sorta di vademecum su come non cadere in errore. Accanimento, dicevamo. Sì perchè di recente si leggono in giro diversi post che prendono di mira giovani centroafricani intenti a: non pagare il biglietto sui treni, a mangiare mele e a riposarle, a sporcare a destra e a manca. Link accompagnati spesso da scritte: “Io lo dicevo…”, “Sporcano!”, “Tornate a casa vostra”, ecc. ecc. Poi, il furbo di turno sotto al post sui Social Network scrive: “E’ una bufala!” e da qui parte un fiume di commenti in cui il “malcapitato” che ha condiviso la fake news tenta di giustificarsi nel peggior modo possibile. Il prontuario dovrebbe dirvi, poi, di perdere qualche minuto in più per leggere la fonte da cui proviene la notizia.
Ansa, La Repubblica, Il Corriere, Il Fatto, piuttosto che Dagospia o Wired, e testate similari, sicuramente sono fonti molto attendibili. Attenzione anche alla data in cui un articolo è stato pubblicato, perchè è un’altra delle cose per cui si cede all’errore. Anche le “punizioni” per chi diffonde fake news, sarebbero più che opportune ma, come si sa, a parte qualche grave eccezione, non ci sono regole ben chiare nel vasto mondo del web e i “diffusori” di notizie false al momento restano impuniti. Però, almeno fino al 4 marzo, giorno in cui gli italiani si recheranno al voto per rinnovare il Governo, evitate di pubblicare bufale… piuttosto mangiatele, che sono buone, se originali.