Il tragico deragliamento del regionale nella linea Cremona-Milano di ieri mattina, è purtroppo la conseguenza di un Paese che investe poco sui treni. In Italia viaggiamo per lo più ancorati all’auto: ci sono dati attendibili che lo confermato, e qualora ce ne fosse bisogno, basta affacciarsi dalle finestre di casa per constatarlo. Abbiamo sempre pensato che la colpa è delle cattive abitudini abitudini degli italiani. E non ci sarà indagine sociologica che può farci cambiare idea. In parte queste cattive abitudini sono state create, formate ed incentivate dalla miopia e dalla cattiva fede di chi ci ha governato e ci governa ancora. Come emerge da un rapporto di “Legambiente Pendolaria” ( guarda tu che sezione hanno quelli di Legambiante…) dal 2002 ad oggi i finanziamenti statali e regionali hanno premiato per il 60% gli investimenti su strade e autostrade. Di contro in tutta Italia sono stati chiusi 1.323,2 chilometri di linee ferroviarie. Pochi e vecchi sono i treni soprattutto al sud. Poi ci sono disagi, disservizi, scarsità di linee che spingono la gente ad usare l’auto. Alcuni pietosi esempi vengono dalla tratte e noi vicine. Basta abitare nella zona o anche frequentare la stazione ferroviaria di Marsala per ascoltare, ormai quasi quotidianamente, la voce di un altoparlante che annuncia ritardi e cancellazioni di corse. Si è investito sull’alta velocità, mentre sono stati ridotti i collegamenti regionali, gli Intercity e i collegamenti a lunga percorrenza (-15,5 dal 2010 al 2016). Solo investendo sui treni regionali diminuirà il traffico in strada. Così è accaduto in varie regioni tra cui Alto Adige e la Lombardia. In Sicilia, alla faccia dei comitati spontanei dei pendolari e a fronte delle promesse politiche, niente fondi e chiusure parziali e totali, di tratte e di stazioni. A che ci siamo aggiungiamo che ci vorrebbero non solo più mezzi pubblici, ma anche più bici per risolvere i problemi legati all’inquinamento, alla salute, alla sicurezza. Eppure ci sembra che tra l’individuazione di un seggio “sicuro” e la polemica sullo sforamento del 3%, il tema dei trasporti sia assente nella campagna elettorale.
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