Ancora caratterizzata dalla discussione sulle costituzioni di parte civile la seconda udienza del processo scaturito dall’operazione “Visir”, che si sta svolgendo con rito ordinario presso il Tribunale di Marsala.
Ieri, davanti al collegio presieduto dal giudice Marcello Saladino (a latere Blanda e Maniscalchi), l’avvocato Luigi Pipitone (legale di Michele Giacalone, Alessandro D’Aguanno e Andrea Antonino Alagna) ha presentato le proprie controdeduzioni a proposito delle varie istanze depositate da Sicindustria, Salvatore e Francesco Billeci, Libero Futuro Castelvetrano e Palermo, Associazione Antiracket Trapani, e Associazione Antimafie e Antiracket “La verità vive”. Pipitone ha espresso una serie di riserve sulla concreta attività sociale svolta sul territorio marsalese da quest’ultima associazione: “non basta il particolare impegno profuso sulle costituzioni di parte civile negli ultimi anni per far sì che possa vantare tale diritto anche in questo processo”, ha affermato il penalista marsalese.
L’avvocato Giuseppe Gandolfo, legale dell’Associazione “La verità vive” ha duramente replicato, parlando di “inesattezze scandalose” e rivendicando il ruolo sociale che la stessa ha avuto in questi anni sul territorio lilybetano.
Per quanto riguarda le istanza di Sicindustria Trapani e dell’Associazione Antiracket e Antiusura Trapani, Pipitone ha evidenziato che non vi è prova di attività operative sul territorio (Marsala) in cui si sarebbero consumati i reati. Di difetto di territorialità il legale ha parlato anche a proposito della richiesta di costituzione di parte civile presentata dall’associazione Libero Futuro di Palermo, mentre per quanto riguarda Libero Futuro Castelvetrano è stato fatto notare che tale associazione è nata il 30 luglio del 2013, mentre in fatti contestati riguardano il periodo compreso tra il 2011 e il 2012. Pipitone ha infine contestato l’istanza di Salvatore Billeci, presunta vittima di estorsione (“non si capisce che la richiesta di costituzione avviene in proprio o come legale rappresentante della ditta”) e del fratello Francesco, che risulterebbe legale rappresentante di una ditta diversa da quella oggetto di estorsione.
L’avvocato Catanzaro, legale di Fabrizio Vinci, ha invece chiesto la revoca dell’ordinanza con cui si dispone la partecipazione del proprio assistito in videoconferenza, chiedendo la possibilità di presenziare fisicamente all’udienza.
Il giudice Marcello Saladino si è riservato di pronunciarsi sulla richiesta di Catanzaro e sulle controdeduzioni di Pipitone, rinviando l’udienza al prossimo 1 febbraio, quando verrà sciolta la riserva sulle costituzioni di parte civile e verranno nominati i due periti che dovranno procedere alle trascrizioni delle intercettazioni.
L’operazione antimafia “Visir” ha visto il rinvio a giudizio di altri dieci soggetti oltre quelli precedentemente citati, che saranno processati con rito abbreviato a Palermo. Si tratta di Vito Vincenzo Rallo, Calogero D’Antoni, Nicolò Sfraga, Vincenzo D’Aguanno, Giuseppe Giovanni Gentile, Massimo Salvatore Giglio, Simone Licari, Ignazio Lombardo, Michele Lombardo e Aleandro Rallo.