Ore decisive per la riapertura della discarica di Borranea. Si pensava che il via libera dalla Regione potesse arrivare già nella giornata di ieri, ma gli uffici competenti hanno chiesto di acquisire i pareri di Arpa e Asp. Di fatto, per consentire ai Comuni di conferire la spazzatura indifferenziata presso l’impianto trapanese è necessario che gli enti preposti certifichino lo stato di emergenza sanitaria che gran parte delle comunità della provincia stanno vivendo in questi giorni, con cumuli di rifiuti accatastati per i vari angoli delle strade a causa dell’interruzione del servizio “porta a porta”. A poco sono servite infatti le ordinanze emesse da alcune amministrazioni comunali che invitavano i cittadini a non esporre l’rsu nel week end, vista l’impossibilità di scaricarla a Borranea. Trapani, Mazara, Castelvetrano e Campobello, sono i centri che maggiormente hanno pagato dazio a questa situazione, mentre a Marsala l’amministrazione ha preferito pagare l’affitto di automezzi su cui, in via provvisoria, sono stati depositati i rifiuti in attesa di poterli scaricare in discarica. Una volta che gli uffici regionali, carte alla mano, potranno dimostrare che è più pericoloso da un punto di vista sanitario l’accumulo di rifiuti lungo le strade che presso un impianto saturo (come Borranea), a quel punto – presumibilmente oggi – sarà possibile rendere esecutivo il provvedimento di riapertura in deroga della discarica. La Regione ha inoltre previsto la possibilità di autorizzare il conferimento a Borranea di altre 4000 tonnellate, in attesa della realizzazione di una nuova vasca, il cui progetto dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane.
La questione rifiuti, come ricordano i sindacati (che hanno già chiesto un incontro con il neo assessore regionale Figuccia), porta con sé anche il tema della tutela dei lavoratori impiegati nel settore. “Un nuovo percorso virtuoso – scrivono i segretari di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, Alfonso Buscemi, Dionisio Giordano, Pietro Caleca e Giuseppe Badagliacca – non può non mettere al centro, unitamente alla creazione degli impianti e alla efficienza della macchina burocratica, la tutela dei lavoratori”. Preoccupazione, a riguardo, viene espressa per i 15 lavoratori della raccolta dei rifiuti ingombranti, che “risultano ancora licenziati, nonostante il loro diritto a riprendere servizio sia stato sancito pure da una sentenza del tribunale di Trapani, per non parlare di alcune gare bandite dalla SRR TP Nord andate deserte, che hanno fatto salire la tensione tra i lavoratori preoccupati per il futuro incerto”. E poi c’è il fronte delle infiltrazioni della criminalità organizzata: “troppo spesso il tema del malaffare risulta presente in aziende di gestione del servizio rifiuti che si aggiudicano le gare a volte con chiare complicità politico-burocratiche locali. I comuni ricordino che i servizi sono pagati con denaro pubblico: le tasse dei cittadini. I Rup, i Responsabili unici di procedimento e le amministrazioni locali hanno il dovere di verificare l’operato degli imprenditori e di controllare che vi sia il rispetto delle condizioni del bando e del capitolato anche dopo l’avvio del servizio. Troppo spesso – concludono Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel – ci confrontiamo con aziende spregiudicate che danno l’impressione di imporre le loro condizioni alle stesse amministrazioni locali e che tendono a ridurre i diritti dei lavoratori, ci auguriamo che anche le nostre comunicazioni verso le Procure della Sicilia vengano utilizzate per intervenire efficacemente nel segno della legalità sul settore”.