Emigrazione giovanile, diritto allo studio, infrastrutture, fondi comunitari. Questi i temi su cui si è concentrato l’intervento del vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia Claudio Fava a Marsala, nell’ambito di una due giorni dedicata alla provincia di Trapani che lo ha visto anche annunciare un componente della sua squadra di governo espressione di questo territorio (l’ingegnere Gisella Mammo Zagarella, cui è stata assegnata la delega alla legalità).
Introdotto dall’ex assessore marsalese Nino Rosolia e dall’ex parlamentare Massimo Fundarò (candidato all’Ars nella lista Cento Passi per la Sicilia assieme a Nicola Clemenza, anch’egli sul palco), Fava ha incalzato su più fronti i suoi avversari alla presidenza della Regione. La prima sferzata arriva nei confronti di Fabrizio Micari e del Pd: “I Ministri del governo Gentiloni vengono qui 5 minuti a dire sempre la stessa cosa: “non votate Fava”. Ogni volta che lo sento mi riempio di orgoglio. Vuole dire che facciamo paura. Ma perchè facciamo paura? Forse perchè non dobbiamo chiedere niente a nessuno. La nostra idea di governo nasce dall’ascolto dei siciliani e parla a loro. Evidentemente l’idea di una Regione Siciliana che recupera intelligenza e programmazione fa paura. Chi vuole governare, dovrebbe chiedersi di che Sicilia parleremo nei prossimi dieci anni. Io ho grande ottimismo, perchè penso che la Sicilia abbia risorse straordinarie che chi ha governato non ha voluto utilizzare, così come non ha voluto utilizzare i fondi strutturali”.
Duro, in tal senso il giudizio sul governo Crocetta, “che è riuscito a trasformare in fatti concreti le possibilità offerte dall’Europa”, rinunciando – tra le altre cose – a portare in Sicilia il Politecnico del Mediterraneo, nè è riuscito a restituire “una decenza minima alle infrastrutture”, mentre “il 93% delle scuole sono a rischio sismico e l’80% del territorio a rischio idrogeologico”. “E Micari – aggiunge Fava – è espressione di questa stagione di governo, segnata dai dati drammatici sull’emigrazione giovanile e il Pil”.
L’attacco a Nello Musumeci parte dal confronto andato in onda domenica su Rai Tre da Lucia Annunziata e sul tema degli “impresentabili”: “Dice che ha saputo dai giornali i nomi dei suoi candidati. E’ chiaro che nessuno ci crede. Gliel’avrà suggerito Gianfranco Miccichè di rispondere così”. L’affondo si estende alla scelta di inserire in lista Luigi Genovese (“Vorremmo poter votare un ventenne perchè ha capacità straordinarie, non perchè è il figlio di Francantonio Genovese”) e Riccardo Pellegrino (“un signore che si sente orfano di Santapaola”).
In mezzo c’è anche la questione dei rifiuti, un business che si lega agli interessi della mafia e di una parte dell’imprenditoria siciliana. Ed è qui che Fava evoca il nome del boss Matteo Messina Denaro.
Ma sulla composizione delle liste, Fava attacca anche Giancarlo Cancelleri, a proposito della candidatura di un esponente pentastellato – Giacomo Li Destri – cugino di un presunto capomafia di Caltavuturo. “Fosse successo a un mio candidato, avrei posto un problema di opportunità politica. Allora capisco perchè Giancarlo Cancelleri non ha detto una parola. Se devo scegliere un Presidente della Regione ne voglio uno informato sui fatti. In Sicilia un Presidente della Regione (Pier Santi Mattarella ndr) è stato ucciso da Cosa Nostra e altri due (Cuffaro e Lombardo) sono stati processati per mafia. Non voglio un Presidente che non si accorge dei legami di parentela nell’unica lista che ha”. Ma ai 5 Stelle Fava rimprovera anche di continuare a concentrare la loro attenzione sul tema dei vitalizi, come nel 2012: “Cos’è cambiato da allora? Eppure avevano 15 rappresentanti all’Ars. Non si ricorda una sola battaglia da parte loro. Io, anche da solo, una l’avrei fatta: per la legge sul diritto allo studio”.
Infine l’appello al voto: “L’unico voto utile è il voto libero. Quello in cui ci si prende la responsabilità delle scelte”.