Giovanni Lo Sciuto, medico castelvetranese deputato regionale uscente è candidato ad un seggio all’Ars nella lista di Forza Italia.
Onorevole, perché ha deciso di ritentare la scalata a Palazzo dei Normanni?
“Per continuare il lavoro svolto in questi anni impegnandomi per le questioni che riguardano il nostro territorio. Le iniziative che ho intrapreso in tema di beni culturali devono essere seguite nell’iter di applicazione. Poi la Formazione che mi ha visto in prima linea per cercare di risolvere il problema. E infine la rete ospedaliera e la sua riforma”
A proposito di rete ospedaliera e di interventi nel settore della sanità, lei di professione fa il medico, che idea si è fatta dell’attività del governo Crocetta in questa direzione?
“La riforma messa in atto non è tutta da cancellare. E’ sospetto l’attivismo degli ultimi mesi anche in tema di occupazione nel settore sanitario”
Che significa?
“Intanto non si possono contrabbandare per nuove assunzioni le stabilizzazioni dei precari fatte scorrendo le vecchie graduatorie degli aventi diritto. Sono almeno due anni che l’assessore alla sanità parla di nuove assunzioni. Non è stato bandito neppure un solo concorso. Ancora aspettiamo. Le uscite del responsabile della sanità siciliana sono intempestive e lasciano il sospetto che siano solo a fini elettorali”.
Lei è candidato nella lista di Forza Italia dopo una milizia in altre formazioni politiche. Perché?
“La mia è una storia di uomo moderato. Ho avuto una milizia nella Democrazia Cristiana, poi un passaggio nel movimento autonomista dell’ Mpa, infine l’adesione al Nuovo Centro Destra. Appena il partito di Alfano, che ricordo faceva riferimento ai valori del centro destra moderato, ha deciso di passare alla collaborazione diretta con il centro sinistra, mi sono sentito libero di fare altre scelte ed ho accettato la candidatura nella lista di Forza Italia”.
Secondo lei la Sicilia ed in particolare il territorio della provincia di Trapani, di cosa hanno bisogno e cosa può fare la Regione?
“Hanno bisogno di valorizzare le nostre peculiarità. La nostra è una terra a vocazione turistica. I beni culturali, il clima e l’enogastronomia debbono essere il volano per attrarre presenze turistiche sempre più numerose. Per fare questo, oltre che una politica mirata, occorre una seria di iniziative in direzione delle infrastrutture. La gente per giungere dalle nostre parti ha bisogno di stare sicure, porti ed aeroporti”
A proposito di aerei, lei ha seguito certamente la vicenda dello scalo di Birgi. Che idea si è fatta e cosa propone?
“Io voglio innanzitutto ricordare che l’arrivo della Ryanar a Trapani è avvenuto proprio quando io ero assessore provinciale. Ho seguito la vicenda di allora e seguo quella di adesso. La Regione ha fatto la sua parte in tema di stanziamenti economici. I comuni, pur tra mille difficoltà di natura economica stanno facendo la loro. Io però credo che non basti. Occorre, assieme alla Ryanair, che comunque deve restare a Birgi, attrarre altre compagnie per alimentare la presenza in regime di concorrenza, facendo così gli interessi del territorio trapanese”.