Il cannolo della Rai

Gaspare De Blasi

Marsala

Il cannolo della Rai

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mercoledì 25 Ottobre 2017 - 06:52

Sono tempi difficili per la Tv di Stato. Soprattutto il primo canale, registra cali d’ascolto notevoli. La concorrenza del web non basta da sola a giustificarne il fenomeno. C’è una programmazione “fiaccotta” condita da spese esagerate. Si è puntato molto sullo star system, meno sulla qualità. I milioni di euro dati a Fabio Fazio e a Bruno Vespa testimoniano che si propone uno spettacolo trito e ritrito per una platea sempre più distratta da altre soluzioni. In questo quadro vogliamo inserire una storia che testimonia come la classe dirigente della Rai sia scelta sempre meno per meriti professionali e sempre più per appartenenza politica. C’è una trasmissione in prima serata che va benino. E’ condotta da Fabrizio Frizzi con professionalità e gusto: “L’Eredità”. Si tratta anche qui, e sai la novità, di una di quelle trasmissioni in cui abbondano la domande, le relative risposte e i premi in denaro. Come raccontato con grande competenza dal nostro collaboratore Giovanni Alagna nella sua seguitissima rubrica del sabato “Memorabilia”, qualche settimana fa c’è stata una domanda che riguardava il grande Cicerone che durante il suo soggiorno in Sicilia, avrebbe gustato i famosi cannoli. Magari passeggiando sul lungomare di Marsala dove soggiornò a lungo. Noi in questa sede ci limiteremo ad alcune brevi considerazioni. Per il resto vi rimandiamo al “Memorabilia” pubblicato sabato scorso 21 ottobre a pag. 3 del nostro quotidiano Marsala c’è. Per quanto suggestiva l’immagine di Cicerone che mangia un dolcissimo cannolo farcito di canditi e cioccolato spruzzato dal zucchero a velo è, per citare Giovanni Alagna, falsa ed anacronistica. Il nostro collaboratore spiega poi che all’epoca romana degli ingredienti del cannolo si conoscevano soltanto la ricotta e la farina. Per gli altri componenti ci sarebbero voluti secoli e anche tanti, perché arrivassero nelle nostre tavole. Tutto esatto. Tanti anni fa nei cosiddetti film minori quelli che raccontavano (si fa per dire) l’epopea degli antichi romani, c’erano sempre dei pranzi conditi da abbuffate e da rutti. Spesso si vedevano signori dell’epoca gustare pietanze a base di sugo rosso, ma il pomodoro sarebbe giunto da noi dopo la scoperta dell’America. Ci facciano sapere se, appurato lo strafalcione, ci siano stati funzionari addetti alla preparazione delle domande che abbiamo pagato per la stupidaggine propagata ai telespettatori. Intanto visto il periodo, ci andiamo a gustare, magari emulando il grande Cicerone, un bel cannolo. Chissà se il filosofo mangiò anche la frutta martorana (alla prossima domanda sapremo…).

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