La preoccupazione dei cittadini, le sollecitazioni degli operatori economici, lo spettro di un ritorno a un passato che sembrava ormai lontano, in cui l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi era una sorta di cattedrale nel deserto, sporadicamente animata da qualche volo per Pantelleria o la Capitale. Con questo spirito, nella sede trapanese di Sicindustria, si sono riuniti gli amministratori del territorio, per confrontarsi sullo scenario che si sta determinando per lo scalo trapanese, alla luce della cancellazione di 7 rotte invernali da parte di Ryanair, decisione che molti leggono come l’anticamera di un abbandono di Birgi della compagnia irlandese.
Erano presenti all’incontro il prefetto Darco Pellos, il presidente del Cda di Airgest Franco Giudice, il presidente di Sicindustria Trapani Gregory Bongiorno, il presidente della Camera di Commercio Pino Pace, il dirigente del Libero Consorzio Diego Maggio, il commissario del Comune di Trapani Francesco Messineo, i sindaci di Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi Segesta, Campobello, Castellammare del Golfo, Custoanci, Favignana, San Vito Lo Capo, Gibellina, Marsala, Paceco, Pantelleria, Petrosino, Salemi, Poggioreale e Partanna.
Nell’occasione, è stato reso noto l’elenco dei Comuni morosi, che non hanno ancora versato alcune rate previste dall’accordo di co-marketing per il triennio 2014-16. E proprio il mancato versamento, allo stato attuale, di una cifra pari a 722.800 € da parte delle amministrazioni del territorio sarebbe tra le motivazioni che avrebbero indotto Ryanair ad avviare il processo di smobilitazione da Birgi. Castelvetrano è in debito di 295600 €, Valderice di 158600 €, Pantelleria di 79800 €, Petrosino di 54900 €, Santa Ninfa di 36600 €; a seguire Custonaci (29700 €), Campobello (18800 €), Salaparuta (18300 €), Poggioreale (17300 €), Partanna (13200€).
Tra i vari argomenti toccati si è parlato anche dei 2,850 milioni di euro versati dalla Regione nelle casse del Libero Consorzio e solo in parte svincolati. Una somma ingente che però, in mancanza di un progetto, rischia di dover tornare a Palermo. A meno che, come suggerito dal prefetto Pellos, non si giunga a un ragionamento diretto tra Libero Consorzio e Airgest.
Un aspetto che però appare prevalente rispetto a tutto il resto è la necessità di fare presto, come auspicato dagli operatori economici nell’appello pubblico agli amministratori nella giornata di domenica e come ricordato anche dal presidente di Airgest Franco Giudice, che ha sottolineato come tutti gli altri aeroporti e tutte le compagnie abbiano già pronta la programmazione estiva. “E questo la dice lunga su quello che rischiamo…”.