Nel 2012 si presentò da outsider, di ritorno da Londra, con un progetto innovativo che seppe gradualmente conquistare i favori dell’elettorato. Adesso, dopo un quinquennio alla guida dell’amministrazione, Gaspare Giacalone torna a sottoporsi al giudizio della comunità da sindaco in carica.
Che differenze ha trovato rispetto alla campagna elettorale di cinque anni fa?
Le differenze ci sono. Intanto perchè ho visto che c’è una comunità decisamente più matura e capace di recepire, accogliere ed elaborare parole importanti come legalità, trasparenza, efficienza, partecipazione. Oggi la stragrande maggioranza dei cittadini mostra di avere un giudizio positivo di fronte a questo vocabolario, perchè ne ha anche compreso il vantaggio. Rispetto a 5 anni fa, i toni sono sicuramente più accesi e avvertiamo un clima di nervosismo. Da un lato è fisiologico nelle campagne elettorali. Dall’altro, mi ritrovo di fronte un blocco di avversari politici e partiti che nel 2012, e fino a qualche settimana fa, erano in guerra tra loro. Tutto questo rende palese una sorta di aggressività che sconfina abbondantemente l’etica politica. In ogni caso, per quanto mi riguarda, gli avversari, anche in questa competizione, vanno rispettati. Certo, trovo ridicolo dire che ho messo gli uni contro gli altri. Perchè, altrimenti, si lascia intendere che per avere un clima pacifico occorreva una candidatura unica, roba d’altri tempi.
Oggi, tra i suoi avversari, ci sono anche donne e uomini che 5 anni fa erano tra i suoi sostenitori. C’è rammarico per questo?
E’ fisiologico che in una competizione elettorale, cambiando sia il numero che i candidati, i cittadini siano liberi di sostenere chi vogliono. Noi, e questo è palese a tutti, abbiamo semmai allargato le braccia per accogliere nuovi sostegni e parti importanti della società civile di Petrosino.
Dovesse essere rieletto, cosa farebbe nei primi 100 giorni?
Nell’ultimo mese ho deliberatamente sospeso decisioni importanti, come il bilancio, che comunque è pronto per essere approvato. Questo perchè è assolutamente corretto aspettare il risultato elettorale e accogliere l’indicazione degli elettori. Dopo di che, per i primi 100 giorni c’è da far ripartire con slancio maggiore l’attività amministrativa, con l’approvazione del bilancio, l’organizzazione dell’estate e il Piano regolatore generale. Nei primi 100 giorni faremo sicuramente partire il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti e procederemo all’installazione di nuovi impianti di illuminazione in alcune traverse, laddove sono mancanti.
In questa campagna elettorale non si sono visti al suo fianco “big” della politica nazionale o regionale. Le è dispiaciuto, o è stata una scelta consapevole?
E’ stata una scelta precisa e lucida. Gli anni trascorsi ci hanno fatto capire che i rappresentanti parlamentari, sia a livello regionale che nazionale, hanno creato un rapporto patologico con il territorio e la comunità. Nel senso che partiti e onorevoli, con il meccanismo delle liste bloccate, li vediamo soltanto, almeno nei piccoli Comuni, quando vengono a chiedere i voti. Sono invece convinto, e lo abbiamo dimostrato nel quinquennio trascorso, che i territori e questa terra offrano giovani, donne e uomini di talento, capaci di rinnovare la classe politica e di amministrare in modo virtuoso.
Cinque anni fa, quando si candidò per la prima volta, in provincia si votò per il rinnovo di sette amministrazioni comunali. La naturale scadenza, per ragioni diverse, non è stata rispettata a Marsala ed Alcamo, per Castelvetrano è stato appena disposto il commissariamento per infiltrazioni mafiose e anche a Trapani si va al voto in condizioni anomale. Di fatto, solo ad Erice e Petrosino si torna alle urne in una situazione di normalità istituzionale. Che idea si è fatto di questa situazione?
In questi 5 anni il territorio ha mostrato con diverse vicende, anche giudiziarie, che occorre tenere gli occhi aperti e stare davvero molto attenti nelle scelte di chi va ad amministrare. E’ pur vero, però, che una certa tempistica rispetto ai provvedimenti giudiziari, lascia perplessi. I partiti non mostrano nessuna volontà di selezionare le loro risorse umane. Quindi, ribadisco che la società civile deve rendersi protagonista nelle scelte e nella partecipazione. I movimenti civici giocano un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento della Sicilia.
Se sarà chiamato ad un secondo mandato, tra 5 anni si porrà comunque il problema della sua successione. Come pensa di affrontarlo?
Tengo a sottolineare che resto dell’idea che l’impegno politico debba essere una parentesi nella vita di una persona. Oggi più che mai sono convinto di avere intorno a me una squadra matura, che si è distinta per competenza e impegno e sarà capace di continuare il percorso intrapreso.