Il detto è “salvare capre e cavoli”. Le capre, o meglio gli agnelli, per la Santa Pasqua, dalle grinfie dei carnivori cattivi; i cavoli quelli suoi e della destra senza (o quasi) leader. Berlusconi è apparso più fotoshoppato che mai in un’immagine che gira sui social. Lui “bello” come 20 anni fa, in forma come 20 anni fa, che dà il biberon ad un agnellino. Lo slogan: salviamo gli agnelli – che già verrebbe da pensare alla Fiat e a Marchionne – e Silvio con la sua Francesca Pascale ne ha salvati già 4. Salvini, Meloni, Fitto e il carroccio Storace, verrebbe da dire.
In pratica quelli che volevano far fuori con un listone, proprio il loro salvatore. Sui social si sta scatenando una “pericolosa” campagna pro Silvio: “Sei un grande” un “Benefattore”, “Un animalista doc”, un politico che ha lottato contro i comunisti mangia bambini. Pericolosa dicevamo, ma siamo sicuri? E fino a che punto Berlusconi può essere un leader credibile oggi? Innanzitutto dobbiamo ammettere che Berlusconi col marketing ci sa fare. Ad 80 anni, consente ancora di scrivere articoli come questo su di lui. D’altronde ha sempre fatto leva sulle debolezze degli italiani e agli inizi degli anni ’90 è diventato un potente leader grazie ad un’ondata populista che vedeva in lui l’uomo che “si è fatto da solo”. Come Trump del resto. Solo che gli americani conoscevano benissimo il loro attuale presidente ed i suoi colpi di testa.
Il creatore di Forza Italia e del Popolo delle Libertà sembra non mollare l’osso nonostante le diverse condanne, i servizi sociali e gli scandali a Villa Certosa. La candidatura c’è, bando a chi voleva le primarie del centrodestra, e se verrà respinta dalla Corte d’Appello, il suo fido avvocato Ghedini appronterà una difesa incentrata sul ricorso per scardinare la legge Severino, la stessa che dopo la condanna per frode fiscale ha fatto decadere il Cavaliere dal Senato e reso ineleggibile per sei anni. Ineleggibile. Ecco dunque che Berlusconi, nonostante i proclami già fatti tramite media, va dritto per la sua strada senza badare a nulla. Sull’altro fronte, i suoi “agnelli”, che ci vuole poco per diventar lupi, pare stiano lavorando su due fronti: farlo fuori o mandarlo avanti… molto dipende anche da cosa accadrà a sinistra sempre che oggi si possa ancora parlare di destra o sinistra.
Qui le divisioni che emergono, soprattutto all’interno del PD, sono tante e tanti i volti. Renzi cerca di salvare l’immagine sua e del suo Governo tecnico, mentre Pisapia, Cuperlo, Bersani e D’Alema cercano di risanare la Sinistra con la S maiuscola. Il problema, alla fin fine, è un altro. E va ribadito: non si può fare i conti senza l’oste. Se qualcuno pensa di condizionare ancora il popolo con campagne pubblicitarie mirate, con informazioni distorte, forse sta sbagliando. L’ondata del Movimento 5 Stelle non si arresta. E probabilmente la pubblicità migliore è proprio l’anti-spot.