Se avete avuto la capacità lavorativa di resistere alle dipendenze della Regione (che detto tra noi è stato, economicamente parlando, un buon resistere) e siete giunti alla pensione e che adesso, si detto senza ironia alcuna, ve la state godendo, sappiate che come ogni anno in questo mese l’assegno vi verrà accreditato con ritardo di alcune settimane. Ora che il mese in questione, deputato ai conguagli fiscali, arriva tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, alla regione Sicilia, dovrebbero saperlo da tempo. E invece, burocraticamente parlando, dal dirigente a scendere e fino a salire ai politici, se lo dimenticano. Dato che gli ex regionali non sono tutti funzionari in quiescenza, la mancata corresponsione degli emolumenti, che servono ai pensionati per fare fronte alle esigenze della quotidianità, spesso causa gravi disagi nelle famiglie. Sembra che la scusa ufficiale per il 2017, diversa da quella dell’anno scorso e ancora differente da quella dell’anno prima, si legata al grande numero, circa sedicimila pensionati, che hanno avuto bisogno del lifting fiscale. “Il software che gestisce le pratiche è obsoleto”, affermano da Palermo. Come lo era negli anni scorsi… e negli anni precedenti. Rosolino Greco, responsabile dei fondi di quiescenza della Regione, ha affermato che “..i nostri dipendenti hanno lavorato di notte e anche il sabato e la domenica. Adesso che abbiamo ultimato le pratiche, trasmetteremo tutto alla ragioneria. Da lì saranno accreditate le somme ai pensionati”. Apriamo una parentesi: abbiamo una curiosità, i lavoratori del settore pensioni hanno lavorato gratis di notte e nei festivi? Oppure sarà loro corrisposto uno straordinario? Chiudiamo la parentesi. Secondo le previsioni i pensionati vedranno l’assegno nei loro conti correnti, per l’inizio della prossima settimana. Sempre che alla ragioneria della Regione non debbano fare altre nottate per gli accrediti. Siamo qualunquisti se i pensionati regionali, tutto sommato una categoria quasi“privilegiata”, se ne ricorderanno nelle urne quando tra breve saranno chiamati a rinnovare L’Ars?
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