Nelle prossime ore, con ogni probabilità, Gianni Pompeo dovrebbe ufficializzare la propria candidatura a sindaco di Castelvetrano. Dopo i dieci anni trascorsi alla guida della locale amministrazione e la mancata elezione all’Assemblea Regionale, il medico castelvetranese potrebbe tornare in pista, con una coalizione composta dal Partito Democratico e da alcune liste civiche. In attesa della decisione definitiva sulla sua candidatura, Pompeo dice la sua sull’amministrazione Errante e sulla delicata fase che la comunità di Castelvetrano sta vivendo da un anno a questa parte, in seguito all’autoscioglimento del Consiglio comunale.
Come ha vissuto questi 5 anni?
Nei primi anni c’è stata collaborazione con il sindaco Errante e fino a un certo punto ci sono stati rapporti umani e politici buoni. Quando è arrivato Giovanni Lo Sciuto nel Nuovo Centro Destra, dopo che era stato il candidato sindaco dello schieramento a noi antagonista, sono venuti meno gli impegni presi davanti ai cittadini. L’ingresso in maggioranza di Lo Sciuto lo abbiamo considerato un tradimento del patto elettorale che avevamo sottoscritto. Di conseguenza, sia io e i miei amici che il Pd abbiamo deciso di passare all’opposizione e da lì abbiamo continuato il nostro percorso. Finchè abbiamo potuto, lo abbiamo fatto in Consiglio comunale.
Che idea si è fatto dell’autoscioglimento del massimo consesso cittadino?
La prima lite che ho avuto con l’attuale sindaco è stato proprio sul consigliere Lillo Giambalvo, che se Errante non avesse cambiato assessori non sarebbe mai entrato in Consiglio comunale. Non immaginavo che Giambalvo potesse dire quello che ha detto (a proposito della sua ammirazione per Matteo Messina Denaro ndr) ma ritenevo non dovesse entrare in Consiglio, visto che non era stato eletto dai cittadini. Purtroppo non sono stato ascoltato e le cose sono andate in un certo modo, fino a determinare l’autoscioglimento, con accordi che inizialmente non avevo capito ma di cui stiamo cominciando a vedere gli effetti proprio adesso, con gratificazioni che evidentemente dovevano arrivare in un momento successivo.
Al posto di Errante si sarebbe dimesso?
Alla luce dell’autoscioglimento del Consiglio avrei presentato anch’io le dimissioni per dare ai castelvetranesi l’opportunità di andare in tempi brevi a nuove elezioni.
Adesso intende ricandidarsi?
C’è questa proposta che sto valutando. Nelle prossime ore ufficializzerò la mia decisione.
Da dove ripartirebbe nel caso in cui tornasse a fare il sindaco a Castelvetrano?
Credo sia necessaria una normalizzazione. Ripartirei da dove eravamo nel 2012, da un Comune che pagava regolarmente gli stipendi ai dipendenti, i lavori effettuati dalle ditte, garantiva i servizi al cittadino… Adesso, abbiamo un Comune a cui ogni giorno vengono recapitati nuovi decreti ingiuntivi. Nel 2012 avevo anche lasciato tantissime opere pubbliche finanziate, alcune delle quali non sono state ancora portate a compimento. Capisco che ci sono stati i tagli ai trasferimenti sia a livello nazionale che regionale. Ma non comprendo come siamo potuti arrivare alla situazione attuale.