Davanti al giudice Piero Grillo, del tribunale di Trapani, sono stati interrogati alcuni testi del procedimento giudiziario a carico dell’ex consigliere comunale dell’IdV, Antonio Nicolosi, e di Giuseppe Milana, accusati di voto di scambio alle elezioni amministrative del 2012
Si è svolta nella giornata di ieri la prima udienza del 2017 del processo per voto di scambio nel quale è imputato Antonio Nicolosi, ex consigliere comunale dell’Italia dei Valori. Nel procedimento giudiziario, che si sta svolgendo davanti al giudice Pietro Grillo del tribunale di Trapani, è coimputato Giuseppe Milana. Nel corso di tale udienza sono stati sentiti alcuni testimoni della difesa, rappresentata dall’avvocato Vito Di Graziano. In particolare, ai testi è stato chiesto se fossero a conoscenza di episodi di voto di scambio, nel corso delle amministrative del 2012 ad Alcamo, e se avessero fatto campagna elettorale per il movimento politico Alcamo Bene Comune, ossia la forza politica avversaria di Nicolosi e della coalizione a sostegno del candidato sindaco Sebastiano Bonventre.
L’inchiesta condotta dalla procura di Trapani, culminata nel procedimento giudiziario in corso, nasce nel 2011 a seguito degli attentati incendiari in danno di due alcamesi. Occorre ricordare che, nell’aprile del 2016, già un altro processo per voto di scambio è giunto ad un primo grado di giudizio nei confronti dell’ex senatore del Pd, Nino Papania, il suo braccio destro, Massimiliano Ciccia, Giuseppe Bambina, Giuseppe Galbo e Filippo Renda. La sentenza emessa dal giudice Lucia Fontana in tale processo, a differenza di quello a carico di Nicolosi svoltosi con rito abbreviato, ha condannato i citati imputati per voto di scambio e li ha assolti, invece, dall’accusa di associazione a delinquere. In entrambi i processi, il fulcro centrale dell’inchiesta è costituito dalla figura di Nicolosi, il quale nel periodo pre-elettorale insieme agli amici Bambina, Galbo, Renda e Milana, avrebbe messo in atto una vera e propria macchina di accaparramento dei voti, mediante l’istituzione delle associazioni AIDA e Il Senso della Vita, ed al patronato INPAS. Queste associazioni si sarebbero accreditate presso il Banco delle Opere di Carità Sicilia, per intercessione di Massimiliano Ciccia, fedelissimo dell’ex senatore Papania, al fine di ottenere derrate alimentari da consegnare ai potenziali elettori di Antonio Nicolosi, candidato al consiglio comunale, in cambio del voto per l’appunto. Come sopra riportato, la coalizione politica dell’ex consigliere dell’IDV, nel 2012, sosteneva il candidato sindaco Bonventre, rivale di Niclo Solina, candidato del movimento ABC e costituitosi parte civile nel processo in corso. Solina venne sconfitto da Bonventre per soli 39 voti, al culmine di una campagna elettorale segnata da toni molto aspri. Tale clima è poi sfociato in due processi per diffamazione ai danni dell’ex candidato sindaco di ABC. Uno si è concluso nel maggio 2016 con la sentenza di condanna nei confronti del suo avversario politico, l’ex primo cittadino di Alcamo Sebastiano Bonventre.
L’altro procedimento giudiziario, nel quale sono coimputati l’ex sindaco Giacomo Scala e il giornalista Baldassare Carollo, si trova in una sorta di “stand-by”, ossia di sospensione. Infatti, si è in attesa dello svolgimento del programma di trattamento previsto dalla “messa alla prova”, richiesta al giudice Gianluigi Visco dalla difesa dei due imputati, che consiste nello svolgimento di attività sociali e di pubblica utilità come alternativa al processo. Nello specifico, Giacomo Scala e Baldassare Carollo hanno scelto rispettivamente la Confraternita della Misericordia e la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù come strutture nelle quali effettuare le attività di volontariato. Richiesta accolta dal giudice e che prevede l’inizio della messa alla prova dei due imputati dal 20 gennaio prossimo e per la durata di 5 mesi. Una volta “scontata” la pena, il giudice si pronuncerà nuovamente sul programma portato a termine.
In stand-by, sembra essere anche un altro processo che riguarda il voto di scambio alle amministrative ad Alcamo, quello dinnanzi al giudice Messina, nel quale insieme all’ex senatore del Partito Democratico, Antonino Papania, e a Massimiliano Ciccia, sono coinvolti Leonardo De Blasi, il figlio Giuseppe, Giovanni Renda, Leonardo Vicari, Filippo Di Gaetano e Davide Picciché. Le udienze sono state rinviate a causa di un problema di salute che ha interessato il magistrato. Mentre, il processo nel quale è imputato Antonio Nicolosi riprenderà il 2 marzo prossimo per sentire gli ultimi 5 testimoni della difesa.
Ecco alcuni stralci delle intercettazioni trascritte durante l’attività investigativa, effettuate nel periodo precedente il primo turno delle elezioni amministrative del 2012.
Conversazione ore 17,56 del 23/12/2011
Il Nicolosi discutendo in macchina di prospettive politiche con tale Salvatore- detto Turiddu- dichiara “…vogliono farmi fare l’assessore allo sviluppo economico…per quattro mesi…che faccio per quattro mesi?…no per quattro mesi… dopo ti tengono…sai come…a bacchetta…loro devono venire da noi…se non mi tradiscono problemi non dovremmo averne…perché sto lavorando bene…mi sto mettendo a disposizione, sto aiutando un sacco di persone, mi sto mettendo a disposizione…se non mi tradiscono problemi non ne abbiamo ed entreremo dalla porta principale…”
Conversazione ore 9,35 del 11/01/2012
Il Nicolosi parlando con il cognato Stefano Valenza all’interno della vettura a lui in uso ammette esplicitamente “che dopo maggio se ne esce da questo patronato che non vuole più avere a che fare in quanto gli serve solo per raggiungere il suo scopo per entrare in politica e dopo maggio smonta tutto ed al posto del patronato aprirà nello stesso ufficio un’agenzia di pompe funebri”.
Conversazione ore 18,56 del 11/01/2012
Il Nicolosi in auto ancora una volta con Stefano Valenza chiede al cognato “Hai visto a quante famiglie gli diamo da mangiare?…ce la posso fare…”.Alla domanda del Valenza su quanti voti fa affidamento replica “Trecento voti, 150 li portano i picciotti e 150 sono miei” e poi aggiunge “Novanta sette li ho presi quattro anni fa”.
Conversazione ore 18,33 del 21/01/2012
L’imputato dialogando con tale Vito all’interno dell’autovettura a lui in uso affronta il discorso dei numeri necessari e sufficienti per la elezione al consiglio comunale. In particolare in base ad una stima preventiva manifesta l’opinione che “…da 300 a salire e che avendo il discorso del mangiare, calcola che ha 400 famiglie che moltiplicato per due (componenti a famiglia) fa 800; da questi 800 deve toglierci il 50% che fanno 400; di 400 deve toglierci ancora il 30% e fa…”
Conversazione ore 18,43 del 21/01/2012
Il Nicolosi continuando nelle sue valutazioni di stima asserisce “rimangono 280 voti buoni, facciamoci ancora un 20%, rimangono 200 voti”. L’imputato prosegue nel suo ragionamento ed esplicitamente afferma di fare affidamento su circa 200 voti derivanti dalla distribuzione di prodotti alimentari “ nel fatto del mangiare ho raccolto 200 voti; quattro anni fa da solo ho preso 100, 97…sono capace di confermare questi 97 voti? E sono 300 voti. In questi 4 anni niente sono cresciuto? Saverio (Manno) non ha votato per me; Gaspare (Martucci) non ha votato per me; tu (si rivolge a Vito) non hai votato per me, altri 100 voti non li raccolgo …e sono 400 voti…e sono dentro”.
Conversazione ore 9,35 del 11/01/2012
Mentre si trova in auto con il cognato Stefano Valenza il Nicolosi incontra un tale di nome Franco e si sofferma a discutere con lui per qualche minuto. L’interlocutore gli rappresenta che il genero per ora lavora da un non meglio identificato Arturo e si occupa delle riparazioni del computer. Chiede la Nicolosi se si può trovare di meglio. L’imputato gli dice espressamente “di dargli una mano alle elezioni” così dopo maggio “sarà lui a dargli una mano per il genero e qualcosa la troverà”.
Linda Ferrara