Sanità in stato di agitazione in provincia di Trapani. Tutto è partito dal sindacato medico Cimo Sicilia, che ha denunciato il tentativo del direttore generale Fabrizio De Nicola di revocare a decine di medici l’aspettativa per lo svolgimento di contratti a tempo determinato presso altre Aziende sanitarie, lasciando intendere che lo stesso dirigente stia utilizzando metodo non proprio democratici in questa direzione. La vicenda riguarda quei medici che provengono da altre province e che avevano ottenuto di essere assegnati a tempo determinato in strutture sanitarie più vicine a casa. Una pratica che, contestualmente, ha creato qualche “buco” nel trapanese. E appellandosi la necessità di far rispettare i livelli essenziali di assistenza, De Nicola sta tentando di frenare l’emorragia in corso.
“Finora – attacca il Cimo Sicilia – l’iniziativa non ha avuta ricadute, ma unicamente a causa dei ricorsi legali presentati dagli stessi medici destinatari del provvedimento. Al momento quindi sono stati buttati al vento soltanto soldi pubblici in contenziosi legali. Ma va bene lo stesso, anche gli Avvocati devono lavorare. L’Azienda trapanese le cause le ha perse tutte, finora, anche perché i Giudici hanno messo nero su bianco l’assenza di motivazioni specifiche per l’adozione del provvedimento, definendo generiche le affermazioni sulle carenze negli organici di cui soffre la medesima ASP. Ma De Nicola non si dà per vinto (sembra quasi un capriccio il suo) e in questi giorni sta “invitando” cortesemente i Primari della sua azienda a relazionare minuziosamente sulle “inderogabili necessità” di far rientrare i medici in aspettativa. La missiva giunta ai Primari ha il sapore del “suggerimento che non si può rifiutare”, anche perché alcuni tra questi Primari sono precari a loro volta, nel senso che non sono di ruolo e pertanto revocabili a loro volta. In attesa che intervenga l’Assessorato, la battaglia legale continua e riprenderà nuovamente nei Tribunali. Ma non è questo l’unico problema in campo”.
“Credo che la salvaguardia dei livelli essenziali d’assistenza, e della salute dei cittadini della provincia di Trapani – replica Fabrizio De Nicola – meriti la stessa considerazione di quelli palermitani. Abbiamo ben 27 medici con contratti a tempo indeterminato, che sono in aspettativa per incarichi in aziende sanitarie a Palermo, e non potendo sostituirli siamo a rischio collasso, e solo per lo spirito di sacrificio di tutto il personale sanitario della nostra azienda questo non è ancora successo. Ricordo infatti che non possiamo assumere personale medico per le discipline dell’area di emergenza dal 2012 e per le altre discipline dal 2007”.
“Capisco che per un dirigente medico palermitano – prosegue De Nicola – è più comodo lavorare a Palermo, ma se ha partecipato e ha vinto un concorso a tempo indeterminato a Trapani, devo fare tutto quello che mi consente la legge affinché operi per i cittadini di questa provincia.
L’aspettativa dal servizio presso l’azienda sanitaria di appartenenza per prendere un’assunzione a tempo determinato presso un’altra azienda sanitaria prima era considerato da dottrina e giurisprudenza un diritto assoluto e l’Asp di Trapani ha subito e subisce da anni questa condizione a scapito dei propri utenti trapanesi, ma ha rispettato la legge e l’ha sempre concessa. Però con la sentenza della Corte di cassazione n. 4878 del 11 marzo 2015 le cose sono cambiate, visto che questa statuisce che l’interesse del dipendente che richiede l’aspettativa va contemperato con le preminenti esigenze organizzative del datore di lavoro.
Considerate quindi le difficoltà a rendere un’adeguata assistenza nei nostri presidi ospedalieri, anche alla luce della legge n.161 del 2014 che stabilisce che dal 25 novembre 2015 i riposi sono obbligatori per i dirigenti medici con un rigoroso rispetto del limite orario di lavoro settimanale e giornaliero, e anche la grave carenza di personale medico dovuta ai pensionamenti, l’azienda, dopo una attenta riflessione anche sui risvolti economici che le sostituzioni comportano sulla spesa per assunzioni a tempo determinato che le leggi vorrebbero in diminuzione, ha ritenuto di valutare la possibilità di negare le aspettative a quei medici che hanno vinto un concorso pubblico che è costato risorse economiche a questa Asp, ma che dopo pochi mesi hanno scelto di lavorare nelle aziende palermitane, anche a costo di rischiare ricorsi legali, visto che il nostro interesse primario è il diritto alla salute dei nostri concittadini. Senza contare poi che incide negativamente anche sulla possibilità di una efficace programmazione sanitaria da parte dell’azienda di Trapani. Le sentenze di primo grado, di cui parla poi il CIMO, infatti hanno detto solo che non erano state esplicitate le motivazioni, non hanno messo in discussione il diritto dell’azienda a negarle.
Voglio sottolineare che per cercare di sostituire questi medici che lasciano per loro volontà la nostra azienda ricorriamo a bandi per contratti a tempo determinato, che oltre ad andare spesso deserti, hanno un costo annuo di oltre 2.284.478 euro, quando le direttive e gli obiettivi di ministero e assessorato sono quelle di ridurre la spesa per i contratti di questo tipo, che tra l’altro creano nuovo precariato. I nostri medici oggi non riescono a garantire i turni di servizio senza rinunciare al godimento delle ferie e dei riposi dovuti, e devono garantire, a turno, dalla terraferma anche l’assistenza agli abitanti di Pantelleria. Anche gli abitanti di quell’isola sarebbero cittadini di serie B?”.
Sulla vicenda si registra adesso anche un intervento dei segretari territoriali di Cisl Fp Palermo Trapani (Marco Corrao) e di Cisl Medici Palermo Trapani (Antonino Passaventi):
“Il diritto a un’assistenza efficiente e ben organizzata è prioritario rispetto a altre questioni che attengono le, pur legittime, esigenze personali. Comprendiamo la necessità di questi medici di tornare a Palermo – continuano Corrao e Passaventi – ma mettiamo al primo posto la garanzia dei Lea e della qualità assistenziale per i cittadini trapanesi, che potrebbe avere contraccolpi negativi dal venire meno di questo personale”. La Cisl Fp Palermo Trapani e la Cisl Medici Palermo Trapani auspicano che l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, intervenga per velocizzare le procedure, autorizzando in prima battuta la mobilità regionale. “Questo – concludono Corrao e Passaventi – darebbe un’ importante boccata di ossigeno alla sanità siciliana”.