Qualche mese fa, a marzo, fece molto discutere una circolare che il Ministero degli Interni inviò alle prefetture affinchè invitassero i sindaci a non prendere posizione in merito al referendum sulle trivelle, in programma il 17 aprile. Si disse, in quell’occasione, che si trattava di una direttiva di routine per evitare che gli amministratori locali abusassero del proprio ruolo per fare propaganda politica. Alla nostra redazione, come a tante altre, quella circolare non piacque: ci apparve subito chiaro, infatti, che il reale intento del governo Renzi fosse quello di far fallire il referendum, limitando le occasioni di discussione e dibattito in modo da ostacolare il raggiungimento del quorum. Ci piacque invece la scelta di alcuni sindaci della provincia di Trapani di fregarsene della circolare di Alfano, rendendo pubbliche le proprie posizioni. Altri primi cittadini, invece, si trincerarono dietro lo scudo del Ministero per evitare di suscitare il disappunto dei sostenitori del sì o del no.
Ci saremmo comunque aspettati che in queste settimane il Ministro Alfano avrebbe mandato un’altra circolare per tornare a invitare i sindaci a non esporsi sul referendum del prossimo 4 dicembre. Allo stato attuale, nessuna direttiva in tal senso è stata inviata alle prefetture e tutto lascia pensare che stavolta si vorrebbe che i sindaci prendessero posizione quanto più possibile su questa consultazione referendaria, nonostante non sia necessario il raggiungimento del quorum del 50% per renderla valida. Comunque la si pensi sulla riforma costituzionale su cui i cittadini dovranno pronunciarsi tra tre settimane, a noi non piace questa sensazione di avere a che fare con istituzioni che seguono il principio dei due pesi e delle due misure. E’ un meccanismo molto italiano, ma anche molto scorretto. L’ennesimo scivolone di un Ministro degli Interni che continua a distinguersi per incapacità, in un settore che dovrebbe fondarsi su meccanismi lineari e coerenti. Così come ci eravamo augurati a marzo che gli amministratori non avrebbero avuto paura ad illustrare le proprie posizioni sul referendum sulle trivelle, per coerenza oggi ci auguriamo che abbiano voglia di esporsi con coraggio e sincerità su quello del 4 dicembre. Siamo infatti abituati a pensare che dal confronto alla luce del sole escano sempre utili occasioni di crescita e arricchimento per i cittadini. Peccato che altri continuino a non imparare nulla dalla storia e dalle cronache più recenti, pensando di poter trattare i cittadini come masse informi da modellare in base alle proprie convenienze.
Iniziative