Ieri a Lamezia Terme, in occasione della 6° edizione di “Trame” Festival dei libri sulle mafie, l’attore e regista Pierfrancesco Diliberto, noto al pubblico come Pif, ha presentato in anteprima nazionale il trailer del nuovo film “In guerra per amore” nelle sale dal 27 ottobre, una travagliata storia d’amore ambientata nel ’43 quando gli americani preparano lo sbarco in Sicilia, l’evento che ha cambiato per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia…e della Mafia.
Dopo alcune battute giocose con Gaetano Savatteri, direttore artistico del Festival, è stato proiettato un pre trailer esclusivamente prodotto per “Trame”, introdotto dalle parole di Pif: “Il film racconta lo sbarco degli Americani in Sicilia del 1943, evento di cui non si sa molto, è avvenuto un anno prima rispetto allo sbarco in Normandia. Io stesso non conoscevo questa storia, ho iniziato a studiarla circa due anni fa, mentre preparavo uno speciale Rai per i 70 anni della Festa della Liberazione, condotto da Fabio Fazio. In quell’occasione ho fatto un collegamento proprio dalla spiaggia dove avvenne lo sbarco, nella zona tra Gela, Licata e Scoglitti, al sud della Sicilia. Lo sbarco in Sicilia. Lo sbarco degli americani in Sicilia nel ‘43 è un episodio storico trascurato che ha segnato la storia del nostro paese.”
Per realizzare questo film, l’attore e regista siciliano ha raccolto diverse testimonianze: “Ho incontrato un uomo che era bambino quando è avvenuto lo sbarco e abitava in una casa a 50 metri da dove sono sbarcati gli americani. Immaginate cosa significa! In quella spiaggia c’è addirittura un pezzo di un’imbarcazione degli americani.” Non solo testimonianze e sopralluoghi, ma anche ricerche storiche sono alla base del nuovo film di Pif: “dai documenti dei servizi segreti americani risulta che la mafia è stato un loro interlocutore, ma la storia ci insegna, anche politicamente, che stare con il male per fare del bene non funziona. Ci si unisce col bene per fare del bene, oppure si va da soli”.
Sollecitato dal direttore artistico del Festival Gaetano Savatteri Pif ha poi spiegato la scelta delle locatione del suo secondo lungometraggio: “Sono felice di aver girato il film a Erice anche se è stato faticoso perché la mattina c’è nebbia e fa freddo, sembra di stare in Trentino Alto Adige, ma per fortuna alle 10,30 la nebbia se ne va. È stato faticoso ma ho avuto delle grandi soddisfazioni, è bellissimo lavorare con gli abitanti di un paese dove non è stato mai girato un film. L’unico problema di Erice è che lì fanno dei dolci buonissimi, deliziosi, le genovesi. Bisognerebbe andarci anche solo per questo!”.
Gli altri set del film sono la Scala dei Turchi nell’agrigentino “per la quale ho avuto il permesso da Giuseppe Tornatore che lì aveva ambientato il suo film Malena” ha detto ironicamente Pif, e Segesta, “dove si narra che il generale Patton di fronte al Tempio di Segesta abbia detto: ma com’è che manca il tetto? Lo abbiamo bombardato noi?”
Da siciliano a siciliano, Savatteri ha domandato a Pif in quale dialetto parlano i suoi personaggi: “Ho inventato un paese ma anche un dialetto, gli attori nel film parlano palermitano, messinese e catanese, per cui ho cercato di fare una sorta di esperanto siciliano.”
Insieme a Pif torna anche il suo personaggio “Arturo”, che con elmetto e uniforme veste i panni di un soldato americano. Gli altri personaggi sono interpretati da Miriam Leone, Stella Egitto e Andrea Di Stefano, Maurizio Marchetti e Domenico Centamore.