Ne abbiamo sentite tante ultimamente. Vere o presunte tali, c’è chi punta sul populismo e poi si dà la classica zappa sui piedi, c’è chi cerca di dare un volto nuovo alla politica che sa di stantio. Il primo della lista è Matteo Renzi che, ancora una volta dai microfoni del TG1, quasi come un ospite fisso, fa sapere che in caso di sconfitta al referendum costituzionale del prossimo ottobre, lascerà la politica, addirittura. “Non siamo la vecchia politica, non siamo la casta, noi siamo qui per cambiare l’Italia”, aveva detto il premier. Dinnanzi a queste parole, chi non ha pensato che forse era meglio la vecchia politica? Non si finisce di dire “vecchia politica” che arriva la dichiarazione della Meloni: “Da sindaco di Roma dedicherò una strada ad Almirante”. Quando è morto il leader dell’MSI, la Meloni era una bambina. Ma non è tanto un fatto generazionale, piuttosto il candidato sindaco capitolino se da un canto voleva fare buona propaganda, dall’altro si è attirata le ire della più grande comunità ebraica, formata a Roma da oltre 15mila cittadini: “Almirante era un difensore della razza”. Ma la vedova Assunta ha avuto pronta la risposta: “Mio marito salvò la vita ad una famiglia di amici ebrei, che ricambiarono il favore quando nel dopoguerra Giorgio fu costretto alla clandestinità”. Poi aderì ai Fasci di Azione Rivoluzionaria, corsi e ricorsi storici insomma.
Nel contesto si è anche aperta una grossa “maglia” mediatica sulle parole pronunciate dal Ministro Maria Elena Boschi: “I partigiani veri voteranno SI alla riforma”. Questa volta il malcontento è stato espresso dall’ANPI, che vorrebbe sapere – ribadendo il suo NO – quali siano i partigiani veri e quali quelli finti. Poi mette una toppa Renzi affermando che le dichiarazioni della sua pupilla non sono una gaffe e che il Governo rispetta tutti i partigiani. La voce della (in)coerenza. E speriamo che non sia così in tema di anticorruzione per quanto riguarda la bonifica di Bagnoli nel napoletano, perché quando si parla di “riqualificazione ambientale” l’illegalità è dietro un cespuglio. Per finire, ciliegina sulla torna, le parole di Silvio Berlusconi che, schierandosi contro la politica del “bla bla” – perché lui non ne ha mai fatta nelle tribune televisive degli ultimi 20 anni –, esprime amore eterno a Bertolaso dichiarando: “Ripensando agli altri candidati sindaco di Roma mi vengono i brividi alla schiena”. Poi qualcuno gli ricorda che il suo partito ha schierato Alfio Marchini, dopo il passo indietro del direttore della Protezione Civile. Ci fermiamo qui, perché parlare dei politici togati che, pur non lavorando, maturano anzianità ai fini pensionistici, grazie a delle leggi speciali approvate dal Parlamento stesso, richiederebbe troppa attenzione.