Enrico Berlinguer, ultimo e storico dirigente comunista, non ricordiamo bene quale occasione, affermò che il compito dei dirigenti del suo partito era quello di stare alle testa delle rivendicazioni dei lavoratori. Malgrado l’impegno, il carisma e la popolarità, gli italiani non diedero mai la possibilità al leader comunista di governare per capire se fosse in grado di dare seguito alle promesse. In altre parole se, individuato il problema fosse stato capace, da governante, di trovarvi rimedio. Non so per quale arcana associazione di idee, domenica sera abbiamo ripensato a quanto ora scritto. L’abbiamo fatto quando il premier Matteo Renzi, appreso che il quorum al Referendum non era stato raggiunto, ha affermato che il compito del governo (e quindi aggiungiamo noi anche del Pd, di cui è segretario nazionale l’ex sindaco di Firenze) è quello di stare dalla parte di chi perde il lavoro o rischia di non trovarlo. Il riferimento è al fatto che secondo la tesi astensionista, in caso di vittoria dei SI, migliaia di lavoratori avrebbero perso il posto. Tesi giusta, da che parte dovrebbe stare il governo? Con i faccendieri? Con la mafia? Con i furbetti di Roma Capitale? Con i grandi evasori? Con chi trucca gli appalti? Con i palazzinari? E così via elencando. No, deve essere contro questi fenomeni e combatterli duramente. Poi, se rimane tempo, cercare di vedere se può fare qualche cosa per gli esodati, per i disoccupati, per i senza tetto, per i pensionati al minimo, per i lavoratori pubblici che hanno perso il potere d’acquisto del loro stipendio visto che ad anni non vengono rinnovati i loro contratti, per le donne senza tutela assistenziale, per i migranti che sbarcano già …morti. E via elencando anche in questo caso. Da che parte è stato in questi anni il governo giudicatelo voi. Intanto ci permettiamo di suggerire a Matteo Renzi, visto che ha fatto questa scelta di stare dalla parte di chi sta male, di recarsi in Sardegna nella cittadina di Ottana, in provincia di Nuoro, dove due coraggiose lavoratrici sono salite, per difendere il loro posto di lavoro, sulla ciminiera della fabbrica che minaccia il licenziamento dei dipendenti. Forza presidente, l’aereo presidenziale è pronto, Valentina e Francesca (così si chiamano), l’attendono a 186 metri d’altezza. Poi appena scende, se vuole passare dalla Sicilia, l’accompagniamo noi in mezzo ai nostri problemi che, come dice Montalbano, sono un mare.
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