E’ ritenuto responsabile del reato di ricettazione Ali Brahim, tunisino 28enne, sorpreso dai Carabinieri di Marsala lo scorso 15 marzo in contrada Ciavolotto, a bordo di una vespa rubata.
I militari durante un’operazione di controllo delle strade si sono insospettiti alla vista dell’uomo che percorreva la provinciale 21 da Marsala verso la periferia a bordo di una Vespa Piaggio priva di targa e che, alla vista dei carabinieri, si era immesso in una stradina sterrata adiacente la carreggiata principale.
Dopo un breve inseguimento l’uomo è stato fermato e i militari hanno constatato che l’uomo, che risultava essere un cittadino tunisino, non era in possesso né di documenti di identità né di documenti relativi al veicolo che stava guidando.
Il giovane aveva dichiarato che il veicolo gli era stato regalato da un suo connazionale, di cui non ricordava il nome e che si trovava in Tunisia.
In assenza di qualsiasi documento che confermasse questa versione i Carabinieri hanno proceduto con una verifica sul numero del telaio del mezzo, arrivando alla conclusione che la vespa era in realtà stata rubata lo scorso maggio 2014, il legittimo proprietario aveva infatti sporto regolare denuncia di furto.
Brahim, che in seguito ad una perquisizione è risultato in possesso di un coltello a serramanico è stato allora condotto in caserma e una volta identificato è emerso che era sbarcato a Lampedusa il 29 marzo 2011, e risulta a tutt’oggi un immigrato clandestino, poiché privo di permesso di soggiorno o ulteriori certificazioni.
Nel frattempo, il proprietario del motociclo, invitato in caserma, ha riconosciuto la sua vespa che gli è stata contestualmente restituita.
Considerati i gravi indizi di colpevolezza a suo carico, pur essendo passato lo stato di flagranza di reato ma sussistendo un concreto e reale pericolo di fuga – in virtù del fatto che Brahim non aveva una fissa dimora ed era entrato illegalmente in Italia – è stato sottoposto ad un fermo di indiziato di delitto per ricettazione del mezzo rubato. Terminati gli atti di rito, quindi, su disposizione del magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, è stato associato alla casa circondariale di Trapani, in attesa della convalida del fermo. All’esito dell’udienza tenutasi ieri pomeriggio, il G.I.P. del Tribunale lilybetano ha avallato l’operato dei militari dell’Arma, applicando a Brahim la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Marsala.