Alcamo: il consigliere Benedetto Vesco: “Sto riflettendo se proseguire o ritirarmi”

redazione

Alcamo: il consigliere Benedetto Vesco: “Sto riflettendo se proseguire o ritirarmi”

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giovedì 17 Marzo 2016 - 18:04

Eletto nelle amministrative del 2012 con Uniti per Alcamo, nella coalizione che appoggiava l’ex candidato sindaco Francesca De Luca e, attualmente, nel gruppo misto del consiglio comunale, il consigliere Vesco potrebbe lasciare la politica per riprendere gli studi.

Sta per terminare il suo secondo mandato in consiglio comunale. Pensa di ricandidarsi per la prossima competizione elettorale?

Sto riflettendo, ad essere onesti, se proseguire o altrimenti ritirarmi, e dedicarmi sempre alla politica, però, questa volta, non in maniera istituzionale, per intraprendere alcuni percorsi anche a livello professionale e personale che avevo trascurato a causa del mio incarico. È mio carattere perseverare un obiettivo soltanto, non farne tanti e farli male. In questi otto, ormai, nove anni, ho messo da parte alcuni percorsi che avevo intrapreso, come quello universitario, e vorrei rispolverare questa strada. Per ora è una fase di meditazione.

Una meditazione in attesa di vedere come il panorama politico alcamese si svilupperà?

Sì, in attesa degli sviluppi. È sotto gli occhi di tutti. Oggi, tutti parlano di candidature, di creare coalizioni, ma nessuno ha una progettualità su questo territorio.

Come avrà letto sulle pagine dei giornali, ad Alcamo c’è stato un exploit di movimenti politici. Possiamo dire che, a parte il PD, non esistono più i partiti. Esistono, però, tanti candidati che hanno militato nei vecchi partiti. Qual è la sua riflessione in merito?

La mia riflessione è che la cattiva gestione della politica, la quale ormai non è più polis, è lontana dai cittadini. La cattiva gestione inizia dalla “testa”, dall’Europa, con il governo nazionale e con il governo regionale e, poi, anche con le colpe e la responsabilità della politica locale che hanno creato una sorta di virus che ha contagiato l’essere umano, creando il sentimento di antipolitica. Quindi, la nascita di movimenti è dettata anche da questo sentimento: staccarsi dai vecchi schemi che avevano realizzato i partiti. I partiti storici della nostra realtà si stanno sgretolando. Più movimenti nascono, secondo me, meglio è, perché è sinonimo di democrazia, di cambiamento, di reazione alla mala politica. Li vedo propositivi. Non li vedo negativi se hanno come obiettivo quello di dare un nuovo input, una start up per la città, per la regione. Io credo che la nascita di questi movimenti sarà un’onda lunga che travolgerà anche le elezioni regionali.

Quindi, crede che questi movimenti possano riproporsi per le successive elezioni regionali?

Non so se si riproporranno, ma alle prossime elezioni regionali cercheranno di creare lista civiche che vanno un po’ a copiare i movimenti cittadini per cercare di scrollarsi di dosso un’etichetta che, oggi, non vuole più nessuno, neanche chi ha militato per tanti anni con tessere e con stemmi e, adesso, in una sorta di autoconvincimento crede che svestendosi dalle vecchie appartenenza possa proporsi come la novità che potrebbe governare la città.

Ha iniziato la sua esperienza all’interno di un vecchio partito, l’Udc.

Sì, sono stato eletto in una lista civica che era collegata a Benenati sindaco, supportato dall’Udc. Era la mia prima esperienza. Avevamo trovato un candidato comune che aveva scelto di proporsi al cambiamento, dopo 10 anni di amministrazione di centro-sinistra. Volevamo provare a dare la svolta proponendo un’alternativa, non solo come rappresentanza di partito ma anche progettuale. In maniera parallela, facevo parte dei giovani dell’Udc in provincia di Trapani. All’interno del partito allora vi erano tre aree: l’area Turano, l’area che faceva capo all’ex deputato Giammarinaro, e l’area di Francesco Regina. Tre aree dello stesso partito ma sempre in contrapposizione.

Lei a quale area faceva riferimento?

A quella di Francesco Regina.

È stato eletto sempre con tanti voti. La prima volta ha ottenuto 300 voti, una cifra molto alta per un giovane che entra in politica. Di sicuro, in questo momento, sarà molto “corteggiato”.

Gli unici contatti che ho avuto riguardano eventuali candidature in liste civiche. Così, come sono stato contattato io, sono stati contattati sia i consiglieri uscenti sia gli ex consiglieri che nell’ultima tornata elettorale non si sono candidati. Il contatto è quasi fisiologico, in qualsiasi tornata elettorale, non solo in quella comunale.

Alla luce della sua esperienza, militando prima in un partito, poi, in una lista civica all’interno di una coalizione di centro-destra, secondo lei, oggi, esiste ad Alcamo una compagine che potrebbe rappresentare quell’area? Si parla di una possibile ricandidatura di Giuseppe Benenati attorno al quale potrebbero convergere gli ex di Area Democratica, che si è sciolto in queste ore, e il PSI.

Il comune di Alcamo è stato sempre un laboratorio politico. Un laboratorio che, secondo me, come tutti gli esperimenti, a volte portano alla creazione di uno strumento politico ideale, altre volte creano dei mostri politici. Credo che, negli ultimi anni, si sono creati dei mostri politici, perché il concetto e i valori di centro-destra e centro-sinistra, quei valori che dal ’44 al ’94 ha inculcato e propinato la democrazia cristiana, sono ormai cancellati. Ricordo che all’interno della democrazia cristiana esistevano le varie correnti, però, vi era una sorta di carta economica e di valori che dovevano essere seguiti e rispettati. Oggi, invece, non è così. Oggi, si cerca di clonare storie, politiche partitiche che provengono da realtà diverse pur di raggiungere l’unico obiettivo che è quello di vincere le elezioni. A me questo metodo di fare politica non è mai piaciuto, tant’è che è da nove anni che faccio il consigliere comunale ed è da nove anni che mi pongo sempre all’opposizione rispetto ai governi che si sono succeduti, perché bisogna essere alternativi sin da quando si sposa un progetto. Ti candidi con un candidato sindaco con il quale hai condiviso, hai proposto delle idee, dei progetti, dei punti da affrontare in un’eventuale elezione? È giusto tu sia coerente con quel mandato, con quei progetti e con quei cittadini che ti hanno scelto per questo e non per altri motivi. Sono molto contrario ai cambi di casacca. La proprietà che hanno i camaleonti mi è molto lontana.

Dunque, dalle sue parole è molto probabile che lei non ripresenterà la propria candidatura?

Sto valutando. Potrebbe accadere che spunti un candidato sindaco che sia nuovo in tutti i sensi, anche nel metodo della scelta dei candidati. Presenti un progetto serio e fattibile. Alcamo ha bisogno di poche opere e di razionalizzare le risorse che ha. Il nostro territorio non ha bisogno di opere faraoniche. Le opere già sono state realizzate nel corso della storia. Quindi, bisogna valorizzare quello che si ha. Ad oggi, si parla di tutto tranne di progetti per questa città.

A proposito di risorse. Nelle ultime ore, è nata la polemica sui costi della politica, in particolare, su quelli del consiglio comunale. Secondo lei è possibile una riduzione delle spese?

Ogni consigliere comunale ha una responsabilità non solo istituzionale ma morale. Quindi, è soggettiva. Se facciamo un paragone sul costo del consiglio comunale di Alcamo con altri comuni con la stessa densità di popolazione e, quindi, con lo stesso numero di consiglieri comunali, questo ha un risparmio notevole. Naturalmente, il lavoro delle commissioni potrebbe essere regolamentato ancora meglio. Si può migliorare non solo nella parte regolamentare, ma anche nella parte morale e istituzionale di ogni consigliere comunale.

Nella commissione di cui fa parte vi siete occupati del regolamento sul baratto amministrato. Vi è la possibilità che venga discusso in consiglio prima della fine del mandato?

Mi auguro di sì. Il baratto amministrativo è previsto dallo sblocca Italia, all’articolo 24, dove si dà facoltà ai comuni di poter realizzare ed istituire questa opportunità nei confronti della cittadinanza e, in maniere specifica, ai cittadini meno abbienti. Mi auguro che questo provvedimento venga in consiglio prima dell’approvazione del bilancio di previsione 2016, perché al suo interno dovranno essere allocate le somme che verranno ad essere scorporate dalle minori entrate non versate dai cittadini che usufruiranno del baratto.

Quello del baratto amministrativo è soltanto uno dei regolamenti che fatica ad arrivare in consiglio comunale. A cosa è dovuto questo ritardo?

La storia di ognuno di noi, sia a livello professionale sia a livello personale, rimane iscritta nei ricordi della gente e di chi ti ha seguito. Io so che,ciò che ho proposto in questi quasi nove anni alla città, è rimasto negli occhi e nella mente di molti cittadini, ma anche nei cassetti e nei protocolli di questo comune. Purtroppo, sono state poche le proposte realizzate: dal risparmio di 3 milioni di euro per questo ente locale, nel 2007, all’utilizzo dei fondi europei per il turismo fluviale e alla fitodepurazione ad Alcamo Marina. Da un lato mi hanno lasciato un rammarico, perché non sono riuscito a farle attuare, dall’altro mi hanno dato quella dignità che oggi ho nel poter guardare negli occhi i miei figli, e alla domanda “Papà, tu cosa hai fatto?” posso rispondere con serenità e spiegargli cosa in questi anni ho proposto per la città.

Linda Ferrara

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