Il jazz e le contaminazioni hanno incontrato, ieri pomeriggio, la musica d’autore al Baluardo Velasco di Marsala. Un concerto elegante, magistrale per la bravura dei musici, fiabesco. Il folle clarinetto di Giovanni Mattaliano ed il camaleontico contrabbasso di Massimo Patti, siciliani doc, hanno sposato l’intento cantautorale di Emanuele Belloni che si era fatto notare tra i finalisti del Premio Tenco 2013. Un “esperimento” come lo chiamano loro, più che ben riuscito, quello nell’ambito di BaluArte. La straordinaria bellezza del binomio clarinetto-contrabbasso, con le corde che vibrano cupe, divertono e fanno divertire e si trasformano prog tra un “25 aprile” e una “suite sefardita”. Fa bene all’anima quando Patti jazzeggia e con il suo compagno di palco giocano sfrontati, si sussurrano e si fanno il verso. Poi entra in scena Belloni dando vita, con la sua fedele 6 corde, alla “Ballata del fuoco e l’acqua” tratto dal suo “Sei arrivata tu”: “Uno cancella, l’altro lava per sempre”, intenso e puramente cantautorale. “La musica è l’arte di incontrarsi”, dice Emanuele, proseguendo la sua strada con la title track del disco, vestita di jazz, di dissonanze complici tra i tre musicisti a cui viene dedicata “Come un commosso viaggiatore”, una leggiadra bossa con un assolo ispanico. Con “Lo sceriffo del west” il cantautore invita il pubblico a mimare la pioggia battendo due dita sul palmo, perché quando la scrisse da ragazzino pioveva: “Cullami, cullami dentro, cullami l’anima”. Arpeggi ipnotici ed onirici aprono una favola di re e principi, di maghe e bambini trasformati in giocattoli. L’entrata in scena degli altri strumenti è un crescendo: “E’ la prima volta che porto sul palco le mie favole”, racconta Belloni. Poi a seguire lascia il palco a Mattaliano e Patti che deliziano con il ricordo di Falcone e Borsellino nel brano “Luglio ‘92”, il flauto grida e s’impone in “Il giorno della vita” fino all’apice di “Signuruzzu”. Il concerto termina ancora una volta con Belloni, con una ballata elegante: “Lei tutto sbagliato, lei odore di prato. Guardava gli occhi miei con la paura che mi fossi svegliato”; poi un folk sospettoso sulla via di Alcatraz… le innumerevoli Alcatraz da superare, da varcare. Per finire una ballata in cui il giovane cantautore scherza in siciliano, perché è una storia della nostra terra, anche se in verità “… la musica è di tutti”. Pezzo vivace in stile manouche con il clarinetto che corteggia il suo contrabbasso.
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