I nuovi vocaboli

Claudia Marchetti

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I nuovi vocaboli

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venerdì 19 Febbraio 2016 - 07:30

Ogni giorno, come scolari delle elementari, impariamo termini nuovi e riscopriamo rinnovati significati. La settimana scorsa si era chiusa con il 66° Festival di Sanremo, prodotto di una società, quella di oggi con poca inventiva musicalmente parlando ma vestita di un “pericoloso” politically correct. Qui a vincere sono stati, per il vero meritatamente, gli Stadio con un brano che parla di un padre che immagina cosa la figlia gli dirà da grande. E cosa potrà dire mai in caso di stepchild adoption: “Papà io sono il tuo configlio”, così per fare felice l’Accademia della Crusca che trova improponibile il termine english. Un po’ come appare astrusa la prassi parlamentare detta “canguro”. Non è una questione marsupiale come qualcuno avrà pensato sulle prime, ma più che altro di “salti”. Il “canguro” infatti, consente ai parlamentari di votare raggruppando gli emendamenti similari, bocciato uno decadono anche gli altri. “Politichese” insomma. Alle primarie ci si era già abituati – che tanto a poco servono se poi formano un Governo tecnico -, ma il nuovo vocabolo “comunarie” poteva venire in mente solo a quelli del Movimento 5 Stelle, i cui iscritti capitolini da ieri dovranno scegliere, rigorosamente via web, il candidato sindaco di Roma. “Perdóno” invece, è un’espressione che oggi ci appare nuova. Nessuno ammette più i propri sbagli, allora ci pensa Papa Francesco a chiedere scusa agli Indios in Chapas per le “sistematiche esclusioni” subite nelle loro terre. Ma in questi giorni abbiamo imparato anche a riscoprire la poesia, quella cliccata su Google. Come ha fatto Renzi che all’Università di Buenos Aires ha recitato frasi falsamente attribuite a Borges: “Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita, nella prossima cercherei di fare più errori…” e Renzi ci ha già preso gusto, come un neo Mastella in “Lentamente muore”… Fortuna che, tra tutte queste fresche locuzioni che trovano solo il tempo di disorientarci, ce n’è sempre qualcuna vecchia che torna a rincuorarci: “Indagato”. Eccoli i 21 dello scandalo sanità in Lombardia, ma anche il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e i dirigenti Pennino, Gigliola, Gelardi e Campo, indagati per omissione di atti d’ufficio, danneggiamento del patrimonio archeologico-storico-artistico ed omissione di lavori. Ora si, che ci sentiamo a casa.

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