Secondo il meteo, in Sicilia la siccità era attesa ma probabilmente inversamente proporzionale alla mancanza di strumenti per poter garantire agli agricoltori un adeguato raccolto. Gli stessi agricoltori che già da tempo vivono una crisi fatta di elevati canoni e stangate varie sul caro benzina. Strano destino: lo scorso anno in questo periodo, la nostra provincia si apprestava a vivere un inverno rigido con un mese di piogge costanti, in cui diverse colture sono andate perdute. Adesso si inverte la situazione. Gli agricoltori sono a caccia della “manna dal cielo” – nonostante le poche gocce di ieri – perché è insostenibile il costo dovuto all’irrigazione “artificiale” e, soprattutto da Agrigento a Siracusa, chiedono il ripristino delle dighe e tagli all’Imu agricola, così come ribadito più volte dal responsabile della Confederazione Italiana Agricoltori, Enzo Maggio. Problematiche che si risentono anche nel settore locale. Ma la “manna” attesa dai lavoratori, non è solo meteorologica. Qualche giorno fa, il sindacalista Cgil, Andrea Vanella, ha fatto sapere che i vertici nazionali della sigla erano a Roma per discutere del prossimo Piano di Sviluppo Rurale che porterà possibili finanziamenti nell’Agricoltura e, per quel che ci riguarda, nella vitivinicoltura, dove ancora oggi il prezzo del vino non conosce regime di concorrenza. Lo definisce un “sistema chiuso” quello delle cantine sul nostro territorio, dove i giovani preferiscono andare altrove piuttosto che competere con un circolo vizioso che dà poco scampo. In merito, è intervenuta anche l’Associazione Vitivinicoltori Assovini Sicilia – di cui fanno parte 78 aziende – che ha espresso ai comuni una certa preoccupazione per le cantine ed imprese in merito al PSR 2014-2020, in particolare per quanto concerne i bandi relativi all’assegnazione delle risorse del Piano Rurale che non sono ancora pronti. Il Presidente di Assovini Sicilia, Francesco Ferreri, ricevuto dall’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, ha avuto rassicurazioni: i bandi saranno pronti per la fine di marzo. Se si perderà ancora tempo però, si rischierà ancora una volta e anche per un settore vitale per la nostra terra, come l’Agricoltura, di perdere i fondi dell’Unione Europea. E noi, in Sicilia, siamo davvero bravi a perdere le uniche possibilità per far crescere la nostra economia, lo sviluppo delle attività e delle risorse. E’ questo è un danno ben peggiore della mancanza di acqua.
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