Dietro la frettolosa emissione dell’avviso pubblico per l’assegnazione del sito destinato ad eventi culturali, e criticato da diversi movimenti politici, si prefigurerebbe il lancio della candidatura di Francesca Messana, ex assessore della giunta Scala.
Sta diventando un vero e proprio “casus belli” il bando sulla gestione del “Caffè Letterario”, sito presso il complesso monumentale e museale “Collegio dei Gesuiti” di Alcamo. Associazioni culturali e movimenti politici della città hanno espresso la loro contrarietà a un atto considerato puramente politico, ovvero quello emesso dal commissario straordinario. Infatti, il 9 dicembre del 2015 il commissario Arnone ha formulato con una delibera la proposta di locazione dell’immobile di proprietà comunale “Caffè Letterario”, tradottasi in avviso pubblico il 5 gennaio scorso. Così, sul carbone dell’Epifania hanno soffiato quei movimenti politici che non hanno digerito i tempi risicatissimi permessi agli interessati: 15 giorni per presentare le proposte e avanzare la migliore offerta. Inoltre, il solo criterio economico previsto dal bando non ha soddisfatto le organizzazioni politiche che hanno sollevato dubbi sull’operato del commissario. “Fondatissimo rischio che da “Caffè Letterario” si trasformi nell’ennesima birreria del centro storico” si legge in un comunicato del M5S di Alcamo. “Accelerazioni preoccupanti. Pericolosissime” sono state, invece, le parole espresse dal movimento politico ABC. Non si è fatta attendere neanche la voce di Civica Progetto Comune “Non ci stiamo. Un caffè letterario non può essere venduto per qualche soldo, abbandonato al migliore offerente”, rendendo la nota sul profilo facebook. C’è anche chi tace in queste ore di subbuglio. Il PD, ad esempio, non ha rilasciato dichiarazioni, così come non si è verificato, in questo caso, l’intervento tempestivo di Sicilia Futura. Eppure, la nascita del Caffè Letterario affonda le radici durante gli anni di governo della città, guidato proprio da esponenti di quel colore politico che, oggi, attraverso nuove vesti, vorrebbero distaccarsi da quella esperienza. Per di più, ciò che adesso si rinnega sembra essere la ratio sulla quale si era fondato l’affidamento del suddetto bene comunale. Il primo bando di assegnazione del 2010, infatti, configurava il Caffè Letterario come “luogo di socializzazione per persone e gruppi interessati alla cultura, alla lettura, alle diverse forme di espressione artistica, alla valorizzazione di quanto Alcamo produce in questi ambiti”. Quell’avviso pubblico è stato ritirato nel 2011 perché dalla documentazione presentata dalle ditte partecipanti non si “Evinceva l’aspetto culturale del servizio e delle qualificazioni dell’area in quanto non raggiungevano il livello di prestigio richiesto dal bando”. Un’argomentazione severa se consideriamo il fatto che il bando aveva previsto una scadenza dei termini di 30 giorni, il doppio dell’attuale provvedimento, necessaria per poter esprimere una proposta adeguata. “L’accurata gestione e valorizzazione del sito – si specificava – potrebbe diventare volano per l’auspicato raccordo tra cultura, economia e occupazione”. Un impegno non indifferente per coloro che si apprestavano a gestire un sito fondato su una così articolata progettazione. Nel 2012, è stato emesso un altro bando il cui contratto di affitto di 7 mila euro (9 mila nel bando 2016), è stato sottoscritto per una durata di 5 anni (oggi 6), ed è stato rescisso due anni dopo, forse, a causa della crisi economica imperante. Dal 2014, il Caffè Letterario si trova in totale stato di abbandono. A chi potrebbe giovare la scelta frettolosa dettata dall’avviso dei primi di gennaio? A meno che qualcuno non abbia già l’idea nel cassetto, e in breve tempo non riesca a metterla in atto, l’impresa sembra impossibile. Ma il 5 gennaio 2016 è stato anche il giorno del lancio del nome di Francesca Messana come probabile candidato sindaco della città. Casualità si dirà. Di sicuro, il Caffè Letterario è legato all’esperienza politica della Messana, impegnata negli anni 2010-2012 come assessore alla Cultura della giunta Scala. Non sarebbe un bel ritorno per l’ex assessore se ritrovasse un sito culturale, che la stessa ha promosso, così trascurato. L’inattività del centro intellettuale diventerebbe simbolo di un suo fallimento. Ma per quale motivo un commissario super partes dovrebbe prodigarsi per favorire l’ascesa di un papabile candidato a sindaco? La sua passione politica è riconosciuta da diversi partiti alcamesi che non lo sottraggono alla critica “Il Commissario straordinario si sta trasformando sempre di più in un soggetto politico intestandosi scelte che dovrebbero essere assunte soltanto da un’amministrazione democraticamente eletta”. Così si è espresso sempre nel recente comunicato sulla questione del Caffè Letterario il M5S. La tesi pentastellata potrebbe trovare fondamento nello scandalo tessere del PD, in mano agli alti burocrati della Regione siciliana, lanciato dal quotidiano “la Repubblica” nel 2009 e da LiveSicilia.it nel 2011, per descrivere le connessioni tra i funzionari del governo siciliano e i partiti politici. A distanza di qualche anno, scorrendo la lista dei nomi, due personalità saltano alla vista: Giovanni Arnone, attuale commissario straordinario del Comune e capo del dipartimento Ambiente Sicilia; Felice Bonanno, capo della Programmazione per i fondi europei della Regione. Il primo, uomo fidato di Cracolici, il secondo, vicino a Camillo Oddo. Bonanno è anche marito dell’ex assessore alla Cultura di Alcamo, Francesca Messana, in pole position alla carica di primo cittadino. Si dice che la distanza di vedute politiche tra i due funzionari oggi sia ancora più netta. Il dubbio è che si sa, tra colleghi ci si aiuta…
Linda Ferrara