Dal prossimo mese di gennaio il Procuratore della Repubblica di Marsala Alberto Di Pisa, andrà in pensione. Lo abbiamo incontrato nel suo studio del Palazzo di Giustizia per fare un consultivo di questi anni di permanenza nella città lilybetana.
Procuratore, all’atto di lasciare la Procura di Marsala quale è il suo Bilancio?
Sono stato alla guida dell’ufficio di Marsala dal 2008 ad oggi. Posso affermare che questa esperienza che arrivata alla conclusione della mia carriera in Magistratura è stata molto positiva.
Più volte ci si lamenta che gli uffici pubblici sono carenti di personale e di materiale. Come è la situazione alla Procura di Marsala?
Qui passiamo alle note dolenti. Intanto secondo la pianta organica la Procura di Marsala dovrebbe avere 8 sostituti procuratori, numero che io considero insufficiente. Pensi che il territorio di nostra competenza è maggiore rispetto a quello di Trapani, che ha in servizio 13 sostituti. Comunque altri due giovani colleghi sono entrati nell’organico recentemente. Mi ricordo però che in passato sono rimasto solo con un sostituto al svolgere tutta la mole di lavoro di un così vasto territorio. Poi c’è l’aspetto amministrativo. Il dirigente del settore è stato nominato da poco. Per anni ho svolto io questa funzione. Comprendo la crisi economica ma opportuno sapere che il ministero ci accredita annualmente soltanto qualche migliaio di euro per le spese correnti. Quando si guasta qualche toner delle stampanti sono guai. Si parla spesso di investimenti per la sicurezza, ma mi sembra che non ci siamo proprio.
Il nostro è un territorio dove la mafia ha messo le radici, se è vero che il capo, o presunto tale, di cosa nostra Matteo Messina Denaro è originario di Castelvetrano. Secondo lei sarà catturato a breve?
La Procura non si occupa di reati di mafia. Tuttavia, forte della mia esperienza, posso dire che prima o poi tutti i capi di Cosa Nostra sono finiti in manette. Magari Messina Denaro sarà catturato proprio nelle nostre zone. I capi non lasciano mai il territorio.
E’ vero, voi non vi occupate di mafia, però quando avete avviato indagini sulle pubbliche amministrazioni…
Cosa Nostra “dialoga”con il potere politico. Indagando sul quest’ultimo può capitare di imbattersi nella criminalità organizzata.
Voi di cosa vi siete occupati in questi anni?
Di tutto, dagli omicidi, alle violenze e a tutti i reati che sospettiamo siano stati commessi nel territorio.
A proposito della vostra attività, recentemente avete richiesto ed ottenuto il sequestro di una ingente somma ai danni di Michele Licata, noto imprenditore marsalese del ristoro. La somma di 127 milioni fa pensare. Possibile che di fronte a questo patrimonio non si ci sia in qualche modo la presenza di Cosa Nostra?
Anche noi ci siamo stupiti nel costatare che l’ammontare di una fortuna così ingente abbia origine da un piccolo locale ricevuto in eredità. Tuttavia i sospetti vanno supportati dalle prove. E noi abbiamo trovato solo gravissimi reati fiscali.
Sembra che anche i comuni interessati non abbiano fatto tutto quello che prevede la legge per sollecitare i pagamenti dei tributi di loro competenza
Su questo aspetto ci sono ancora indagini in corso.
Pensa che la Procura abbia messo in atto tutto quanto nelle sue possibilità per risolvere il caso Denise?
E’ indubbio che la vicenda ha avuto una sovraesposizione mediatica. Abbiamo indagato, si sono svolti i processi, ci sono state delle assoluzioni. Continuiamo a porre attenzione ad ogni segnalazione che ci arriva.
Al centro del dibattito a Marsala c’è stato, e a quanto pare c’è ancora, il trasferimento del Tribunale presso i nuovi locali. Quando tutto sembra pronto, si rinvia. Lei che idea si è fatta?
Ho fatto parte per due anni della commissione manutenzione che si è occupata della vicenda. Mi è dispiaciuto avere ragione.
In che senso?
La Commissione non è competente. La decisione spetta al ministero di Grazia e Giustizia. Comunque dopo alcuni lavori di aggiustamento sembra che si sia in dirittura d’arrivo. Ci tengo a sottolineare che io sono sempre stato contrario alle divisione degli uffici. Si era ventilata l’ipotesi di trasferire il Tribunale e lasciare nella attuale sede la Procura. Non è possibile e logisticamente sarebbe un errore. La Procura deve stare nello stesso edificio dove si trovano gli uffici del Gip.
All’atto del suo congedo che Procura lascia a Marsala?
Lascio una serie di colleghi seri e preparati.
Che caratteristiche deve avere il suo successore?
Non sta a me dirlo. Ci sono ben 11 domande presentate per occupare il posto che lascerò. Deciderà, spero nel più breve tempo possibile, il Csm.
Cosa farà adesso il procuratore Alberto Di Pisa?
Continuerò a vivere, come ho fatto in questi anni, nella mia città, Palermo e mi dedicherò ad altri interessi e ad altre attività.
La Procura di Marsala dal primo gennaio in attesa del nuovo procuratore, sarà diretta dal “sostituto anziano”, Anna Cecilia Sessa.