Assolti da giudice monocratico Riccardo Alcamo perché “Il fatto non sussiste, tutti i 5 medici imputati perché accusati di avere contribuito a far percepire “indebitamente” la pensione d’invalidità ad un’anziana signora marsalese la cui cecità era stata riconosciuta nel 2004 dalla competente commissione dell’Asp. Si tratta dei i medici Saverio Urso, di 59 anni, Gaspare Lucio Casano, di 66, Andrea Farina, di 62, e Francesco Salvatore Pellegrino, di 61 anni. Nel processo era imputata anche la 76enne marsalese Giuseppa Rita Amato, con l’accusa di essere una “falsa cieca” . Con loro a giudizio era finito anche un altro oculista, Salvatore La Valle, di 62 anni, la cui consulenza, secondo gli inquirenti della locale Compagnia della Guardia di finanza, avrebbe contribuito al riconoscimento della “falsa invalidità”. Le accuse a vario titolo contestate erano falso, truffa aggravata e induzione in errore per il reato di falso. Nel 2008, quattro anni dopo il riconoscimento della cecità, la commissione medica dell’Asp definì l’anziana “cieca parziale” in quanto ad una visita di controllo la donna riusciva a orientarsi nella stanza. Nel corso del processo, i consulenti dell’accusa hanno sostenuto che la Amato era “cieca relativa”, mentre per quelli della difesa si trattava di “cecità assoluta”. Nel 2013, intanto, nei confronti dei quattro medici della commissione, il giudice per le indagini preliminari, Vito Marcello Saladino, su richiesta della Procura della repubblica, aveva disposto il sequestro preventivo “per equivalente” delle somme percepite “indebitamente” dalla Amato: 78 mila euro. Il giudice Alcamo, oltre all’assoluzione degli imputati, ha disposto il dissequestro della somma. I legali hanno esternato tutta la loro soddisfazione. L’avvocato Diego Tranchida, difensore della Amato insieme ai colleghi Giuseppe Monteleone e Piergiorgio Giacalone, ha dichiarato: “Questa sentenza ha confermato che la mia cliente era davvero cieca assoluta”. Per l’avvocato Paolo Paladino, legale di La Valle, questa era “…la sentenza che assolutamente ci attendevamo”. Gli altri difensori impegnati nel processo sono stati Angelo Vita e Stefano Pellegrino. I fatti contestati erano relativi al periodo 2006-2008.
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