“Il sindaco di Trapani, Vito Damiano, forse ritiene che la mancata approvazione della mozione di sfiducia lo assolva da ogni responsabilità del passato e che i consiglieri che l’hanno proposta, e chiunque altro sia all’opposizione, smetteranno di esercitare il loro diritto di critica – afferma il consigliere Mimmo Fazio in una nota – Si sbaglia, e di molto, soprattutto quando la critica risulta veritiera e su fatti incontrovertibili”.
“Non c’è alcun “bieco interesse”, né “personale”, né “elettorale”, né tanto meno è “disfattismo” nel porre in rilievo gli errori commessi da questa amministrazione comunale e pervicacemente negati fino a giungere alla assoluta menzogna, come nel caso del pattinodromo. I numeri in aula non ci hanno dato ragione, perché alcuni consiglieri tenacemente attaccati alla poltrona hanno preferito prolungare l’agonia della città, ma le carte parlano chiaro e proprio in aula lo abbiamo dimostrato: il finanziamento del pattinodromo è andato perduto e le responsabilità sono dell’amministrazione comunale e del sindaco Damiano. E quando dico che le carte parlano chiaro mi riferisco alla nota dell’Assessorato regionale al Turismo (prot. 18141 del 9 agosto 2013) con la quale si comunica testualmente che il comune di Trapani “è beneficiario del finanziamento di € 1.450.000”. Nella stessa nota si legge che “al fine dell’attivazione del finanziamento spettante si rende necessario […] entro il termine di 90 giorni dalla pubblicazione della graduatoria […] presentare il progetto esecutivo dei lavori da realizzarsi o […] eventuale progetto definitivo […]”. La comunicazione contenuta nella lettera mi pare abbastanza chiara e non ammette replica neanche fondata su elementi falsi come ha tentato di fare il sindaco Damiano”.
“La verità è che il Comune di Trapani ha perso l’occasione di ristrutturare e ammodernare il pattinodromo – conclude Fazio – A prescindere dai formalismi addotti dal sindaco Damiano la sostanza rimane che, dopo la comunicazione del finanziamento, il Comune di Trapani ha trasmesso il progetto esecutivo trascorsi due anni anziché nel termine di 90 giorni assegnato dall’assessorato, per di più pieno di errori e privo di elementi essenziali. Grazie a Damiano e alla sua conclamata incapacità, nonostante da lui smentite, tutto è sfumato. Ribadisco, non lo dico io, ma sono le carte dell’assessorato che parlano per me”.