Scrive Nicola Grillo a proposito della lettera di Massimo Bellina

redazione

Scrive Nicola Grillo a proposito della lettera di Massimo Bellina

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giovedì 15 Ottobre 2015 - 09:20

Ho appena letto la lettera aperta di Massimo Bellina. L’ex assessore della seconda giunta Lombardo ed export manager della Carlo Pellegrino & C. S.p.a. esprime un parere personale sul sindaco e sull’attività del consiglio comunale e non, immagino, il parere della rinomata azienda della quale fa parte. A tal proposito desidero fare delle considerazioni a titolo di cittadino marsalese e non di figlio di Massimo Grillo, del quale non potrei essere più fiero ed orgoglioso. Nella missiva, Bellina definisce l’amministrazione Di Girolamo la migliore possibile. Il manager è stato un sostenitore di Di Girolamo, pertanto a sorprendere non è il suo attestato di stima. Ciò che sorprende è invece la memoria, nel migliore dei casi, corta di Bellina in relazione alla consapevole menzogna, alla promessa elettorale non mantenuta di Di Girolamo. Di seguito un estratto dell’intervento di Massimo Bellina messo a confronto con un’intervista rilasciata da Alberto Di Girolamo il 16 Settembre 2014. L’allora semplicemente segretario del PD gongolava per l’approvazione della TASI all’1.5 per mille a fronte della proposta di portarla al 2.5 per mille avanzata dall’allora commissario straordinario Dr. Bologna.
Massimo Bellina:
La vicenda Tasi [è] una storia estremamente semplice e priva di complicazioni di principio. In breve, mancano i soldi e si ricorre al sistema più facile per reperirli cioè si aumentano le tasse. […] che al Comune stiano raschiando il fondo del barile non sorprende più di tanto. Quello che invece è più difficile da capire è come mai di questo “buco” ci si accorga solo ora.” Il “fatto” avrebbe dovuto destare le preoccupazioni degli allora candidati a tempo debito e cioè durante la campagna elettorale. Una verifica dei conti attenta e precisa avrebbe evitato dichiarazioni temerarie del tipo “ritoccheremo le imposte al ribasso o nel peggiore dei casi non le alzeremo”.
Intervista ad Alberto Di Girolamo (16 Settembre 2014):
Alberto Di Girolamo, segretario del Pd di Marsala. La Tasi è stata approvata all’1,5 per mille, meno della proposta del commissario, che era di 2,5 per mille. Il commissario Bologna però lancia l’allarme: adesso dobbiamo recuperare questi soldi che mancano da un’altra parte. Dobbiamo essere contenti per la Tasi bassa o in allarme per nuovi aumenti in vista?
Dobbiamo essere contenti. Una volta che c’è una buona notizia…
Godiamoci il risultato.
Per la prima volta i cittadini marsalesi risparmiano 1.700.000 euro di tasse. Se a ciò aggiungiamo i risparmi sulla Tares, sono 2.300.000 euro di risparmi. E’ una buona notizia.
E i mancati incassi della Tasi dove si trovano?
Ci sono spese al Comune di Marsala che sono superflue. Abbiamo venti giorni per vedere nelle pieghe del bilancio comunale cosa si può tagliare.
I servizi sociali?
Quelli non vanno toccati. Bisogna invece razionalizzare le spese. Uno spettacolo che costa 40.000 euro e che dura uno – due giorni, che cosa porta alla città? Sulla bolletta elettrica, che è mostruosa, perchè non si può risparmiare?
Se la memoria di Bellina non fosse corta questi rammenterebbe che già più di un anno fa Alberto Di Girolamo, come si evince dall’intervista rilasciata a Tp24, era perfettamente a conoscenza della situazione dei conti del Comune, tanto che sosteneva di poter facilmente risolvere la situazione attraverso la razionalizzazione della spesa, senza in nessun caso andare ad intaccare i servizi sociali. Conseguentemente, Bellina dovrebbe sì sorprendersi. E non solo per il raschiamento del fondo del barile da parte dell’attuale amministrazione ma anche per la schizofrenica linea politica dettata da Di Girolamo, in evidente e imbarazzante contraddizione con quanto da lui stesso sostenuto solo un anno addietro. Il Commissario, allora, si era detto preoccupato per la situazione di criticità dei conti, proponendo l’approvazione della TASI al 2.5 per mille come soluzione. Di Girolamo, da parte sua, era stato invece fautore della sua approvazione all’ 1.5 per mille, sostenendo la possibilità di far fronte al mancato maggiore introito – derivante dall’approvazione della tassa all’1.5 anziché al 2.5 per mille – attraverso il taglio di spese superflue dell’ente comunale come quelle relative agli spettacoli e alla luce. A tali voci di spesa Di Girolamo aveva immediato accesso attraverso il vicesindaco con delega al bilancio di Giulia Adamo, il piddino Antonio Vinci. Di Girolamo, inoltre, affermava che i servizi sociali (come mensa scolastica e scuolabus, a titolo meramente esemplificativo) non dovevano essere assolutamente messi a repentaglio. La situazione, pertanto, è cristallina: o un anno fa Di Girolamo dettava una linea politica irresponsabile e populista (in vista della sua candidatura?) o oggi Di Girolamo prova piacere nel far pagare inutili maggiori tasse ai marsalesi. O mentiva un anno addietro o mente oggi. Delle due l’una.
Nella missiva, Massimo Bellina, si sofferma poi sul recente voto contrario del Consiglio Comunale alla proposta di Di Girolamo di aumentare al 2.5 per mille la stessa tassa che lui stesso, prima delle elezioni, aveva pressato affinché fosse approvata all’1.5 per mille.
[…] Altra storia è quella relativa alla mancata approvazione dell’aumento Tasi da parte del Consiglio comunale ove la maggioranza avrebbe dovuto premiare il Sindaco e pertanto avallare le decisioni della Giunta. […] la ragione del no è vecchia come il cucco. Tutti sanno che alzare il braccio per esprimere il proprio diniego nei confronti di un provvedimento impopolare fa parte di quella simbologia politica spicciola tipica di questo tipo di Consessi. Il motivo è puramente demagogico e consiste semplicemente nel tentativo di ingraziarsi la benevolenza della maggior parte dei cittadini.
A meno che Bellina non voglia sostenere che il Commissario Bologna, durante il suo ufficio, abbia peggiorato la situazione dei conti del Comune di Marsala, il buco odierno è pari – se non inferiore – a quello trovato dal Commissario al momento del suo insediamento. Conseguentemente, sorprende che oggi Bellina consideri il recente voto contrario del Consiglio Comunale all’aumento della TASI demagogico e volto ad ingraziarsi la benevolenza degli elettori. Sorprende, inoltre, che considerazioni di questo genere non sono da lui state rese pubbliche quando solo poco più di un anno addietro Di Girolamo fece esattamente la stessa cosa da segretario del PD. Sorprende, infine, che Bellina abbia sostenuto un candidato sindaco la cui azione da semplice segretario del PD era identica a quella dell’attuale Consiglio Comunale, che il manager definisce demagogica. A mio parere, il Consiglio Comunale, con il voto contrario all’aumento della TASI, ha semplicemente dato una lezione di coerenza politica ad Alberto Di Girolamo recapitandogli sostanzialmente il seguente messaggio: non puoi aumentare la tassa che tu stesso, in campagna elettorale, avevi promesso di non aumentare e che appena un anno fa tu stesso avevi spinto per fissare a quella soglia. La sola demagogia che dal basso della mia inesperienza riesco a scorgere è quella, passata od odierna poco importa, del sindaco Di Girolamo. Il Consiglio Comunale, sfido chiunque ad argomentare in maniera convincente il contrario, ha dato una lezione di stile oltre che di politica al sindaco.
Concludendo, Bellina fa un paragone poco felice tra l’amministrazione della città e il Consiglio di Amministrazione di un’azienda.
Tornando al tormentone Tasi tuttavia credo che ci sia stato alla base anche un errore meramente strategico. Mi spiego con un esempio. Immaginiamo […] che la giunta sia il Consiglio d’amministrazione di un’Azienza. Questa ipotetica Azienda si trova in difficoltà e chiede ai propri dipendenti di rinunciare ad una parte del loro stipendio per un periodo di tempo ben definito […]con la promessa di ritornare alla normalità alla fine di questo arco di tempo. Nel frattempo l’Azienda si ristruttura, si adopera nel tagliare costi inutili e crea pertanto le condizioni per mantenere la promessa. La stessa identica cosa dovrebbe fare l’Amministrazione della nostra Città. In pratica, chiedere un sacrificio limitato nel tempo e mettere in atto tutto ciò che è necessario alla ripresa economica facendo leva sulle tradizionali peculiarità del territorio, è una strategia che se concordata con le parti politiche potrebbe essere quella giusta. Insomma al posto del Sindaco, in his shoes come dicono gli inglesi, io questo avrei fatto. La sostanza però non cambia e i soldi in ogni caso mancano e da qualche parte sbucheranno poiché la falla va tappata. Se poi la pezza sarà peggiore del buco lo vedremo. Nel frattempo sosteniamo Alberto che se lo merita.”
Innanzitutto, sorprende che Bellina paragoni i cittadini ai dipendenti di un’azienda. Sono assolutamente certo che l’imbarazzante paragone sia frutto di una disattenzione, più che di una visione malsana della politica. E’ la politica ad essere al servizio dei cittadini, non viceversa. La mia esperienza manageriale è pari a zero, ma ritengo non siano necessari decenni di esperienza nel management di una tra le più rappresentative aziende della città per produrre un paragone accurato. I cittadini sono equiparabili agli azionisti, e non certo ai dipendenti di un’azienda. Così come la nomina del Consiglio di Amministrazione spetta agli azionisti, e non certo ai dipendenti, l’elezione del sindaco il quale a sua volta nomina gli assessori spetta ai cittadini, e non certo ai dipendenti comunali in quanto tali. Così come il Consiglio di Amministrazione deve rendere conto del suo operato agli azionisti, e non certo ai dipendenti, il sindaco e la giunta da lui nominata devono rendere conto ai cittadini, e non certo ai dipendenti comunali in quanto tali. In secondo luogo, oltre ai quasi nove mesi trascorsi tra il momento in cui Di Girolamo dichiarava che era possibile far fronte alla criticità dei conti interamente attraverso tagli agli sprechi e la sua elezione, il sindaco ha avuto quattro mesi di sindacatura per implementare le soluzioni anti-sprechi previamente individuate come risolutive ed eventualmente esplorarne di nuove. Se tutto ciò non è avvenuto in tredici mesi, nulla lascia ragionevolmente presagire che ciò possa avvenire nel prossimo futuro. Concludendo, seguendo il filo logico adottato da Bellina, vorrei fare un invito alla riflessione attraverso un paragone. Gli azionisti di un’ipotetica azienda in difficoltà si trovano a dover rinnovare il Consiglio di Amministrazione. Dunque, vagliano i curricula di diversi potenziali gruppi di individui e ne convocano un paio per una audizione sulle future strategie aziendali. Dopo aver fatto prendere loro visione del bilancio, chiedono ad entrambi i gruppi se ritengono che in futuro nuovi conferimenti da parte degli azionisti possano rendersi necessari per far fronte alla situazione di crisi. Il leader di uno dei gruppi afferma con sicurezza che in nessun caso nuovi conferimenti saranno richiesti ai soci. Questo gruppo ottiene così la nomina in Consiglio di Amministrazione, all’interno del quale la guida è affidata al predetto leader. Questi, dopo soli quattro mesi e in assenza di sopravvenute circostanze modificative dello stato dei conti al momento della nomina, richiede nuovi conferimenti da parte degli azionisti. A tal punto, gli azionisti, avendo a ragione perso fiducia nei confronti del Consiglio di Amministrazione e sentendosi presi in giro, convocano d’urgenza una assemblea dei soci e revocano il mandato del Consiglio di Amministrazione. Secondo Bellina, una città è paragonabile ad una azienda. Che provvedimenti dovrebbe dunque prendere la città nei confronti del suo amministratore più bugiardo e politicamente incapace, Alberto Di Girolamo, il quale dopo appena quattro mesi dal suo insediamento ha smentito non solo se stesso ma anche i termini del programma elettorale sulla base del quale gli è stato affidato il mandato dagli elettori?

Nicola Grillo

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