“Se è vero che la voce per beni e servizi ha raggiunto il 30% del bilancio sanitario, è lì che bisogna continuare a intervenire per ridurre la spesa sanitaria, non sul personale. Il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato e l’alt della Corte dei conti per quelle a tempo determinato, rischia di mettere in ginocchio la sanità siciliana, perché non si salvaguarderebbero più i LEA, i livelli essenziali d’assistenza, che devono essere garantiti a tutti i cittadini”. Lo ha detto il direttore generale dell’ASP di Trapani Fabrizio De Nicola, nel corso della presentazione del “Rapporto Oasi 2014” (Osservatorio aziende sanitarie italiane) di Cergas e SDA Bocconi, svoltosi oggi al Civico di Palermo, e i cui lavori sono stati aperti dall’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino.
La Sicilia infatti ha perso dal 2006 al 2012 l’otto per cento del personale sanitario, a fronte dell’1,7% della media nazionale passando da 49.980 dipendenti a tempo indeterminato e 5.800 a termine, a rispettivamente 45.750 e 4.500. Dati in continua decrescita.
“E’ allarmante – ha proseguito – anche un altro dato, quello dell’età media: in Sicilia siamo giunti a un’età media di 55 anni per i medici e di 44 per il personale infermieristico, con tutte le problematiche che questo comporta in termini di qualità delle prestazioni sanitarie offerte. Continuare così per il piano di rientro sarebbe un’ipocrisia, non sostenibile”.