Natoli: “La sfida della modernità è stata l’aspetto vero nel mio modo di essere a Marsala”

Chiara Putaggio

Natoli: “La sfida della modernità è stata l’aspetto vero nel mio modo di essere a Marsala”

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lunedì 11 Maggio 2015 - 19:30

Magistrati, avvocati, forze dell’ordine sono intervenuti per il saluto al presidente, ora nominato a capo della Corte d’Apello di Palermo, che ha fatto vivere il “Modello Falcone”

“Sono soddisfatto per un inaspettato e insospettato coronamento della carriera che apre speranze a tutti. Tutti possono aspirare ad un riconoscimento giacché io mi identifico nella normalità della magistratura italiana”. Con queste parole il presidente del Tribunale di Marsala, appena eletto come presidente della Corte d’Appello di Palermo ha aperto il suo intervento a conclusione della cerimonia di commiato che si è svolta ieri nell’aula “Paolo Borsellino” dell’omonimo palazzo di giustizia marsalese che ha diretto per quattro anni. A presiedere la cerimonia è stato il presidente vicario a cui andrà la reggenza fino all’arrivo del nuovo presidente. Presente in aula anche il vescovo Mogavero, come da cerimoniale, la parola è passata al Procuratore Alberto Di Pisa: “il CSM ha deliberato la nomina di Gioacchino Natoli a presidente della Corte Appello. Intendo esprimere il mio apprezzamento nei confronti del collega che, come ha già fatto per il Tribunale di Marsala sono certo si impegnerà per lo svolgimento del suo lavoro a Palermo”. Di Pisa ha parlato di buoni risultati del Tribunale, ma anche di buon lavoro della Procura. Poi, l’avvocato Matilde Mattozzi, tesoriere del consiglio ordine, dopo il “Doveroso apprezzamento per il prestigioso incarico” ha ricordato che a Marsala Natoli “È arrivato in un momento difficile, tempo di accorpamento dei tribunali e del processo civile telematico” e lo ha definito un “Osso duro, ma il confronto con lui è stato sempre positivo. Siamo solo dispiaciuti che non saremo insieme per il trasferimento del tribunale”. Un corposo intervento lo ha fatto il presidente della sezione penale Sergio Gulotta. “Non è facile salutare Natoli – ha detto – la per caratura professionale e umana, né lo è riassumere cosa ha fatto in appena 4 anni. È certo che ha impresso un cambio di passo al nostro Tribunale. Quando è arrivato, il 29 giugno 2011, io ero già presidente della sezione penale. Di lui colpisce il senso della modernità. L’apertura immediata a tutte le novità processuali e organizzative, talvolta anticipandone anche l’attuazione. Per gli accorpamenti, ad esempio, ha giocato di anticipo puntando sempre al raggiungimento di una giustizia più celere. Ha sempre denotato una eccezionale voglia di imparare anche per quanto riguarda il settore informatico. Stupefacente per un magistrato ai massimi vertici della carriera. Di Falcone e Borsellino è stato collaboratore e amico. Ha sempre mostrato un’attenzione spasmodica alla ragionevole durata dei processi esercitando un monitoraggio mensile sui suoi giudici, arma di controllo non con finalità sanzionatorie, ma di stimolo e tutela dei magistrati stessi. Ha puntato sulla forte motivazione per tutte le figure del suo ufficio: denotando competenza manageriale. La sua è stata una decisiva svolta nel presidio gestionale. Persino l’ambasciatore americano Philips ha elogiato il tribunale di Marsala, augurando che tutti i tribunali seguano l’esempio del tribunale di Torino e di Marsala”. Sul piano personale Gulotta ha detto: “4 anni di palestra Natoli come semi direttivo sono stati un’esperienza eccezionale. Ora la sfida è far sì che quanto di costruito non possa essere dissolto”. Apprezzamenti anche dal segretario comunale Triolo, il giudice Francesco Parrinello, coordinatore della sezione GIP ha parlato dell’incessante “lavoro con cui Natoli ha cercato di trasmettere le sue idee sul miglioramento del sistema giustizia. Siamo cresciuti insieme. Ha introdotto il metodo Strasburgo sul controllo del flussi dei procedimenti. Ha sempre mostrato spirito di servizio e senso dello Stato per migliorare l’intero sistema giustizia”.  Il giudice Marcello Saladino componente del consiglio giudiziario ha detto: “La Costituzione è diventata una parete salda nelle sue mani. Si è trasferito a Marsala e ci ha costretto a guardarla con occhi diversi. Non si è risparmiato affrontando in tempi da primato delicati processi di criminalità organizzata. È stato già un grande pubblico ministero. Testimone dell’importanza della terzietà del giudice. L’organizzazione è la profonda declinazione del valore costituzionale dell’efficienza rappresentato da Giovanni Falcone. Ispiratore di studi che ci hanno portato ad affrontare questo mestiere. Natoli ha interiorizzato ed esportato il metodo Falcone. L’organizzazione contiene già in sé il risultato che ci si prefigge. Con lui il metodo Falcone ha continuato a sopravvivere: facendo vivere la Costituzione un una terra difficile come questa. Natoli nel mondo giudiziario è un fuoriclasse che crea lo spazio dove lo spazio non esiste. Con lui il tribunale di Marsala è diventato un laboratorio del sistema giustizia Italia. Oggi Falcone e Borsellino avranno un motivo in più per sorridere”. Apprezzamenti anche daGaspare Ferro, vice dirgente amministrativo che ha anche chiedere di stanziare quanto previsto dalla legge Pinto per colmare i vuoti del personale e le integrazioni. Il presidente della locale ANM, Giulia d’Alessandro, “Sempre presente alle nostre riunioni – ha detto – a quando si doveva decidere chi sarebbe dovuto andare all’assemblea generale il presidente diceva: “Vuatri l’avite a fari sti cose. Vuatri chi siti picciotti. Ma chi è il vero picciotto è lui. Per entusiasmo e voglia di fare Natoli è il più picciotto. L’anm è debitrice nei confronti del presidente che ha ricoperto la carica in tempi duri, qundo aveva solo 38 anni”.

“È stato un onore conoscerla, incontrarla e aver avuto pochi serrati confronti con lei – ha detto il presidente della Camera penale Giacomo Frazzitta – ho apprezzato la profondità dei valori che muove l’uomo Gioacchino Natoli. Ci sono due categorie di partigiani. Quelli che hanno costruito la Costituzione e quelli che l’hanno difesa. Lei fa parte di questa seconda categoria. È un raggio di luce per la meritocrazia. Chi merita ce la può anche fare”.  L’avvocato Paolo Paladino ha ricordato: “la prima occasione in cui Natoli venne a marsala mi venne incontro dicendo Paolo sei il primo avvocato che incontro. Allora tutto andrà bene”. Un ricordo non senza commozione quello del presidente Genco: “Ha inaugurato il modello Marsala. Ha fatto a Marsala cose impensabili. Tra noi sono stati 4 anni di reciproca fiducia piena”.

Gioacchino Natoli ha aperto ricordando che: “l’11 maggio per Marsala è data importante perché nel 1860 arrivò Garibaldi perché nel ’43 le forze alleate hanno selvaggiamente bombardato questa città. Sono soddisfatto per un insospettato coronamento della carriera che apre speranze a tutti. Tutti possono aspirare ad un riconoscimento giacché mi identifico nella normalità della magistratura italiana, almeno con il 95percento dei magistrati italiani. La sfida della modernità è stata l’aspetto vero nel mio modo di essere che a Marsala ho voluto incentrare come dimostrazione doppia che noi italiani siamo capaci di fare cose buone e che noi meridionali siamo capaci di esportare un modello. Non sono marsalese ma mi sono sentito onorato di rappresentare questa città. I risultati ottenuti ( il nostro Tribunale è il terzo in Italia per la risoluzione dei processi civili)  sono replicabili: indietro non si torna. È un modello voluto in nome della sfida della modernità non fine a se stessa, ma un modo di applicare il metodo Falcone. Punto di svolta che lo stato ha messo in campo per contrastare cosa nostra nell’ordinario e nel quotidiano. Metodo diventato quotidianità. Quello che ha detto l’ambasciatore Phillips al salone della giustizia è il più bel regalo che mi è stato tributato”.

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