Avevano comprato gioielli per 7.500 euro con assegni scoperti, ma il negoziante ha ritirato la denuncia
È stata emessa sentenza di non doversi procedere per intervenuta remissione di querela nei confronti di due marsalesi le cui iniziali sono M. G. e G.G.B. accusati di insolvenza fraudolenta perché, secondo la Procura, avrebbero dissimulato il proprio stato d’insolvenza, acquistando preziosi presso la gioielleria di cui è titolare P. M. C. per l’importo di 7.500 euro, dando in pagamento tre assegni bancari risultati privi di provvista. Il giudice monocratico Matteo Giacalone ha accolto la richiesta di remissione di querela presentata dalla persona offesa, P.M.C., che è stata accettata dall’avvocato Antonino Rallo difensore degli imputati. “La condotta posta in essere dagli odierni imputati – ha detto l’avvocato Rallo – non integrava gli elementi del reato contestato per la mancanza del dolo specifico richiesto proprio dalla fattispecie delittuosa dell’insolvenza fraudolenta. Ciò nonostante abbiamo preferito accettare la remissione di querela, ottenendo lo stesso risultato di un’assoluzione, piuttosto che far passare i miei clienti dalle forche gaudine del processo. In questo periodo di grave crisi economica molti sono ormai i procedimenti a carico di soggetti che, comprando a credito beni di qualsiasi natura, rischiano in caso di inadempimento di essere trascinati dai commercianti in Tribunale, davanti al giudice penale, per rispondere di reato anziché di inadempimento contrattuale”.