L’avvocato Casano: “ho chiesto, limitatamente a questo capo di imputazione, il rito abbreviato condizionato”
In seguito alle deposizione della persona offesa, Giuseppe Rallo, il pubblico ministero ha modificato l’imputazione a carico di Francesco Giacalone, uno dei tre imputati accusati di aver prestato denaro chiedendo interessi usurai. Nel dettaglio sono alla sbarra: Francesco Bianco, ex commerciante, difeso dall’avvocato Paolo Paladino, Ludovico Marino, impegnato nel settore edile, assistito dal difensore Luisa Calamia e Francesco Giacalone, gestore di uno sfasciacarrozze, che ha scelto, come legale, l’avvocato Alessandro Casano. Nelle precedenti udienze ha deposto Giuseppe Rallo che ha risposto alle domande del pm Nicola Scalabrini, davanti al collegio presieduto da Sergio Gulotta. Rallo – difeso dall’avvocato mazarese Antonio Carmicio, che si è costituito parte civile già davanti al GUP – ha chiarito i passaggi che lo hanno indotto a chiedere denaro in prestito, ma anche altri dettagli della vicenda dalla quale è scaturito il processo. Dopo di ciò il pm ha modificato l’imputazione a carico di Giacalone che, oltre ad essere accusato, come Marino e Bianco, di usura, era anche accusato di minacce. Nella precedente udienza il pm ha mutato il reato contestato in tentata estorsione. Citando una sentenza della corte Costituzionale del 2014, l’avvocato Casano ha chiesto un “termine a difesa” e precisamente ha chiesto che per questa nuova imputazione il suo assistito sia giudicato con il rito abbreviato condizionato all’acquisizione della copia dell’assegno che sarebbe correlato alla faccenda. Il Tribunale si pronuncerà in merito il 23 febbraio.