Ieri ci siamo occupati dello stato grave e precario in cui versano gli alberi dei viali di via Sibilla. Come accertato dal Settore Verde Pubblico diretto da Francesco Patti – e confermato dall’Ispettorato provinciale all’Agricoltura e dall’Osservatorio apposito – gli alberi sono molto pericolosi per l’incolumità degli abitanti. Gli ispettori fitosanitari hanno appurato che le piante sono affette da necrosi riconducibili ad attacchi fungini che hanno provocato lo svuotamento del fusto. Martedì inizierà l’estirpazione di circa 10-12 alberi; quelli che verranno al momento “salvati” però, pare che non abbiano vita breve. La drammaticità della situazione sta nel fatto che a rischio necrosi potrebbero essere anche altri alberi della Città. Abbiamo voluto sentire a tal proposito alcuni esperti del settore. “Sono le grandi ferite inferte negli ultimi 30 anni che hanno fatto ammalare gli alberi – ha dichiarato l’agronomo marsalese Antonella Ingianni –. E’ come se una persona sopravvivesse per tanti anni a delle coltellate e improvvisamente, dopo una coltellata neanche tanto profonda, si scoprisse che ha una grave infezione cronica”. Per l’agronomo Pietro Marchetti si è arrivati a questa decisione forzata perchè da anni a Marsala si sono operate in maniera sconsiderata potature drastiche denominate “capitozzature” causate in parte dalle errate scelte botaniche effettuate. “Tali interventi hanno indebolito l’albero dal punto di vista fisiologico e strutturale – ci ha detto il professionista marsalese –; l’ampia ferita che si crea sulla chioma con le potature rappresenta una via d’ingresso per i patogeni fungini responsabili del processo degenerativo. Escludo categoricamente che gli alberi vengono abbattuti per evitare che il fungo si propaghi; gli alberi vengono abbattuti perchè non sono sicuri dal punto di vista statico. In realtà solo alcuni funghi si propagano attraverso le radici e questo non è il caso degli alberi di via Sibilla”. Il metodo più efficace per effettuare le indagini sulle piante è quello VTA (Visual Tree Assessment) riconosciuta a livello internazionale che si basa sull’assioma della tensione costante: se per un’azione esterna come può essere una ferita, una zona dell’albero è sottoposta a tensioni maggiori, queste vengono bilanciate con la formazione di un anello annuale di legno spesso, nella zona sollecitata. “Il VTA si basa sul protocollo I.S.A. che riesce ad individuare le emergenze e a quantificare l’entità delle anomalie – ha fatto sapere Marchetti –. Alle piante sottoposte ad indagine da parte dei tecnici, viene attribuita una delle 5 classi di propensione al cedimento previste con la prescrizione degli interventi necessari alla messa in sicurezza”.
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