Non finisco mai di stupirmi quando nei miei lunghi giri di lettura riesco a beccare un bel libro. Non è cosa facile e a volte passano mesi e decine di letture che ti fanno venire il tedio assieme all’insofferenza di sfogliare pagine su pagine senza mai trovare una bella similitudine,un personaggio interessante,una storia avvincente o interi brani di prosa che sembrano poesia. “Via dei ladri” di Mathias Enard ,giovane scrittore francese che ha vinto il prestigioso Prix Goncourt del Lyceens con un’altra opera, ha tutte le caratteristiche del romanzo che non si fa dimenticare facilmente. Partiamo innanzitutto dal personaggio,che ha un nome arabo Lakhadar che suona come una melodia solitaria e malinconica,vive a Tangeri,in Marocco, e all’eta’ di diciassette anni incappa in una disavventura familiare,viene infatti scoperto dal padre nudo assieme alla cugina,contravvenendo alle regole severe della comunità e della famiglia. Per questo motivo viene cacciato da casa ed è costretto a vivere per un lungo periodo nei bassifondi della città proprio come un barbone. Viene aiutato da un amico Bassam che gli procura un lavoro e un luogo dove dormire. Questo è solo l’inizio di una serie di disavventure che spingeranno il giovane marocchino ,amante della lettura e della poesia araba, a lasciare la sua amata Tangeri. La storia si svolge tra il Marocco e la Spagna è ambientata ai giorni nostri ed ha come sfondo la primavera araba e la lotta degli indignati. Il libro è una sorta di amaro romanzo di formazione in cui il protagonista proprio come i personaggi del verismo italiano è un vinto che non ha speranza di promozione sociale. L’ unica isola felice è la lettura che accompagna tutti i momenti belli e brutti del giovane tangerino. A proposito, un bel libro è tale quando con artifici di vario tipo riesce a fornire suggerimenti di letture, che stanno dietro la composizione del testo o quantomeno lo hanno idealmente ispirato. Nel libro troviamo una miriade di suggerimenti di varia estrazione e quasi tutti azzeccati. Si passa dai poeti della tradizione della letteratura araba agli scrittori europei e americani che hanno raccontato Tangeri e il Marocco nei loro romanzi come Paul Bowles. In certi passaggi il libro cult dello scrittore marocchino Mohamed Choukri “Il pane nudo” ha un ruolo nella storia e nelle vicende del personaggio principale. La sorpresa di questo singolare ragazzo arabo è la passione per i romanzi gialli francesi,i famosi polar, che si procura a poco prezzo da un rigattiere che misteriosamente ne possiede una collezione che contempla i più famosi giallisti francesi tra cui Manchette e il grande Izzo. In questo modo il giovane protagonista impara la lingua francese che assieme alle altre singolari virtù lo rendono,quando da clandestino si reca in Spagna,un immigrato anomalo. È fuori dal mondo, e’ fuori posto e gli tocca scoprirlo proprio lontano dalla sua amata Tangeri,quando braccato dai suoi incubi si nasconde nella Via dei ladri nel ventre putrido di Barcellona. Anche a noi lettori così ci tocca scoprire assieme al protagonista del romanzo che ogni animo eletto non ha patria in un mondo fatto di guerre,di incomprensioni sociali, di squilibri economici dove l’ arte ,la scrittura o la letteratura non riescono a garantirti la salvezza.
Non perdetevi questo libro!
Vincenzo Piccione