Diritto allo studio fatiscente

Claudia Marchetti

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Diritto allo studio fatiscente

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giovedì 07 Agosto 2014 - 16:55

La Giunta regionale proprio in questi giorni ha approvato la legge sul diritto allo studio. L’assessore all’Istruzione, Nelli Scilabra, l’ha chiamata “svolta storica”. Il problema è il punto di vista. Quello della Regione guidata da Rosario Crocetta punta l’attenzione sul prematuro abbandono della scuola da parte degli studenti: la Sicilia detiene il record nazionale di circa il 25,8% di “fughe” dallo studio. Oggi invece si dà l’opportunità ai giovani che non hanno i mezzi per farlo, di completare il percorso scolastico ed avere un’educazione completa. Fin qui sono d’accordo, ma ripeto, il problema è il punto di vista. Una volta mi capitò di sentire per strada, una mamma che diceva ad un’altra “… l’importante è che mia figlia vada a scuola, per il resto può fare lezione anche per le scale”. Non è proprio così, ed il fatto che ad un’ipotesi del genere non ci abbiano pensato quelli della Giunta Crocetta mi fa pensare. Il diritto allo studio – garantito dall’articolo 34 della Costituzione Italiana, dalle Convenzioni europee e dalla Dichiarazione dei diritti umani dell’Onu – va garantito a partire dagli edifici in cui ogni giorno i ragazzi si recano per svolgere le lezioni, a partire dalle sedie e dai banchi, dal materiale, dai saperi che hanno il diritto di ricevere dagli insegnanti, dal personale scolastico che devono avere a disposizione. Oggi in Italia questo quadro è completamente ribaltato. Non ci sono i fondi per i progetti, mancano i soldi persino per i recuperi, gli edifici sono sempre più fatiscenti, si spende più per gli affitti che per garantire questo tanto urlato diritto allo studio. L’Umbria, ad esempio, non è messa meglio: oltre 300 scuole hanno grossi problemi strutturali legati alla sismicità. “Ti diamo la possibilità di studiare, ma non avrai la sedia per sederti” non è garanzia d’istruzione e più che altro certezza di distruzione, è, al contrario, suggerimento per i giovani di andare a lavorare… sempre che un lavoro lo trovino. Un bel circolo vizioso che è come un cane che si morde la coda, come un ragazzo che ha il diritto allo studio ma non ha i mezzi per farlo, è come un politico che piange miseria mentre vota contro la riduzione del suo più che ricco stipendio.

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