La bufala dei treni vuoti

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

La bufala dei treni vuoti

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giovedì 10 Luglio 2014 - 17:47

Mi è sempre sfuggita la vera ragione che porta i siciliani ad accettare una delle peggiori reti ferroviarie d’Europa. Com’è noto, un marsalese che intende raggiungere in treno Palermo impiega quattro ore. Se invece intende raggiungere Modica per un week-end in Sicilia Orientale, le ore di viaggio sono tredici.  Nello stesso paese (mica in Germania) si va da Roma a Milano in poco meno di tre ore.

I professionisti del giustificazionismo, di fronte a ragionamenti di questo tipo, di solito rispondono che sui nostri treni non viaggia quasi nessuno e che nessuna azienda investirebbe su un progetto antieconomico. Adesso però si scopre che la storia dei treni che viaggerebbero vuoti in Sicilia Occidentale è una colossale bufala. Due deputati regionali del Movimento Cinque Stelle, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi, hanno infatti ricevuto dei dati ufficiosi da Trenitalia che certificano una realtà decisamente diversa. In particolare, nella tratta ferroviaria Castelvetrano-Mazara – Marsala – Trapani viaggiano, tra andata e ritorno, circa 2000 persone al giorno. “Non si tratterebbe, quindi, di una tratta scarsamente trafficata, ma di una delle più frequentate della Sicilia” ha dichiarato la Palmeri.

Quel pizzico di comune buon senso che ancora mi ritrovo mi ha sempre portato a pensare che, in ogni caso, è la qualità del servizio a determinare la richiesta. Un pendolare che può raggiugere Palermo con la macchina in un’ora e un quarto o con l’autobus in due ore, chiaramente non sceglierà mai il treno. Ma se la durata del viaggio fosse più ragionevole, magari ci penserebbe, tenuto conto che con un abbonamento risparmierebbe anche un bel po’. Cosa che in tempi di crisi non dispiacerebbe né ai nostri correggionali, né ai turisti che arrivano e che non riescono a capire perché quello che nelle loro città funziona benissimo da noi sembra irrealizzabile. E allora si finisce per pensare agli unici che traggono beneficio dallo status quo e che vedono la sistemazione della rete ferroviaria come il fumo negli occhi: le lobbies dei petrolieri e del trasporto su gomma. Possibile che siano così influenti da determinare una così evidente penalizzazione per il territorio senza che i nostri amministratori riescano a invertire la rotta?

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