Non chiamatelo Nazareno

Claudia Marchetti

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Non chiamatelo Nazareno

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mercoledì 09 Luglio 2014 - 17:12

L’unico Nazareno noto, fino a poco tempo fa, era Gesù. Oggi invece, è il nome prima di una sede, quella del Partito Democratico a Roma, e poi di un accordo storico-politico: quello tra l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l’ex sindaco di Firenze, Matteo Renzi, deciso lo scorso 18 gennaio. E’ la prima volta che il leader di un partito di destra fa il suo ingresso “a casa” di un partito di sinistra. E’ la prima volta anche che un leader di sinistra incontra un condannato con sentenza definitiva e pluri-imputato per decidere a tavolino la prossima riforma elettorale. Qualche giorno fa i due si sono nuovamente incontrati a Palazzo Chigi per verificare se il patto reggeva ancora e pare che da parte renziana siano arrivate anche alcune garanzie in merito. Proprio in queste ore c’è fermento a Palazzo Madama: c’è chi vuole una rapida approvazione della Commissione Affari Costituzionali, c’è chi ha chiesto un rinvio, ma l’unica cosa al momento certa è che il ddl Boschi introduce il criterio della proporzionalità nell’assegnazione dei seggi al Senato, così come voluto da Forza Italia e dal suo fondatore. Pare che Berlusconi abbia chiesto l’elezione da parte dei Consigli regionali sulla base del criterio proporzionale, ma sono da mettere a punto ancora sbarramenti e preferenze. Bocciata invece l’ipotesi di un bicameralismo perfetto, che vede tra i suoi sostenitori il dissidente cattolico del PD, Vannino Chiti. Tutto questo sta mandando in bestia, ovviamente, il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo in primis, che ha chiesto un incontro con Renzi che preferisce al momento girarsi dall’altra parte, verso il “noto pregiudicato”, così come si esprimono i grillini. Nel “pacchetto” sono comprese anche le immunità per senatori e deputati, fresche di approvazione in commissione: dovrebbero infatti essere equiparate. Sul punto la Boschi si è detta “aperta”: io spero invece che il ministro si “chiuda” e che per una buona volta chi governa non decida per le proprie teste… ma, d’altronde, cosa aspettarci da chi “si può fare di tutta un’erba un fascio”?

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